Strada intitolata a Palatucci a Calatafimi Segesta, vittima dei nazisti. Ulivo piantato a scuola

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Una toccante cerimonia in memoria di Giovanni Palatucci, ultimo questore di Fiume, quando la cittadina era ancora italiana, morto il 10 febbraio 1945 nel campo di concentramento nazista di Dachau, a pochi chilometri da Monaco di Baviera. La commemorazione dell’ex questore che prima di essere arrestato dai nazisti riuscì a salvare almeno 5.000 persone, è stata fortemente voluta dall’amministrazione comunale di Calatafimi/Segesta, guidata dal sindaco Francesco Gruppuso, e dal questore di Trapani, Salvatore La Rosa. L’eroe morto nel campo di concentramento, insignito con la Medaglia d’Oro al Merito Civile e riconosciuto in Israele nel 1990 “Giusto tra le Nazioni”, è anche al centro del processo di beatificazione avviato dalla santa Sede che lo ha nominato ‘Servo di Dio’.

La cerimonia, che ha avuto luogo all’esterno dell’istituto scolastico comprensivo “Francesco Vivona” si è articolata in diversi momenti salienti: l’intitolazione a Palatucci della via antistante alla scuola (strada finora priva di denominazione) con la scopertura della tabella toponomastica da parte del prefetto di Trapani, Daniela Lupo, e del sindaco Gruppuso; la collocazione da parte del questore La Rosa e della preside Agueci  di una lapide commemorativa e la piantumazione di un ulivo – simbolo di pace e fratellanza –  all’ingresso dell’istituto; l’intervento del vescovo di Trapani, Pietro Maria Fragnelli, che ha benedetto l’albero appena piantumato. A coronamento dell’iniziativa la partecipazione dell’orchestra dell’istituto scolastico “Vivona” che ha eseguito sia l’inno nazionale che un brano tratto dal film “La Vita è Bella”, pellicola dedicata alla tragedia dei campi di concentramento e che ha vinto il premio Oscar. La figura e l’operato di Giovanni Palatucci sono state anche contestate nel corso degli anni. Nel 2013 il Centro internazionale di studi Primo Levi di New York avanzò alcuni dubbi sulla corretta ricostruzione storica delle vicende a lui legate. A seguito di questa ricerca la figura di Palatucci fu rimossa da un’esposizione al Museo dell’Olocausto di Washington. In pratica venne sollevato il dubbio che le gesta del questore di Fiume fossero frutto soltanto del racconto dello zio vescovo. Vennero avviate alcune ricerche sulla verità e alla fine vennero ritenuti irrilevanti gli studi condotti dal centro Primo Levi.