Il piccolo Francesco Alberto sta bene, il neonato ritrovato due giorni fa in una zona di campagna di contrada Sciarrotta, a Paceco. Una notizia che ha smosso i cuori e le coscienze dell’intera provincia trapanese e di tutta Italia tanto da far scattare una vera e propria gara di solidarietà: vestiti, giochi, oggetti di prima necessità sono giunti all’ospedale Sant’Antonio Abate da destinare alle esigenze di Francesco Alberto. Non solo oggetti materiali, ma anche tantissime richieste di informazioni, giunte anche oltre i confini della provincia, per poterlo avere in affidamento o in adozione.
Tra queste, pure quella dei Alberto Marino, il vicebrigadiere del Nucleo Operativo Radiomobile di Trapani che, per primo, lo ha portato in ospedale: “In tanti anni di servizio – ha raccontato il carabiniere – non mi era mai successa una cosa del genere. È stata una emozione unica, sentire quel vagito che mi ha fatto capire che stava bene. Non voglio giudicare nessuno, ma di questi tempi ci sono mille modi per vivere una maternità non voluta”. Un’affermazione, quest’ultima, che dovrebbe far soffermare tutti a riflettere. Il bambino sta bene, e questa è la cosa più importante, ma bisognerebbe capire dove, nella società attuale, stanno arrivando valori così importanti.
Per quale motivo, certamente sofferto, una madre biologica, le cui ricerche sono in corso, sceglie di abbandonare il figlio appena nato in quel modo. Esiste dall’anno 2000 il cosiddetto “parto in anonimato” che consente alle madri di non riconoscere il proprio figlio e di poterlo lasciare presso l’ospedale in cui è nato per permetterne la cura e la tutela giuridica, rispettando due esigenze: la volontà di una donna che, per svariati motivi, non può o non vuole essere nominata e il diritto del neonato a crescere in un’altra famiglia.
A maggior ragione, alla luce di tale norma, l’abbandono in campagna pare fuori da ogni logica. Al momento del ritrovamento Francesco Alberto era avvolto in una copertina all’interno di un sacchetto di plastica, per fortuna rimasto aperto: circostanza questa che gli ha permesso di poter respirare liberamente. Trasportato al reparto di Neonatologica dell’ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani, il piccolo è accudito e seguito da medici e sanitari che ne hanno confermato il buono stato di salute e l’assenza di segni di violenza: pesa 3 chili ed è lungo 50 centimetri.