Cinque arresti (uno in carcere e quattro ai domiciliari) e altrettanti obblighi di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria. Tre degli indagati hanno anche ricevuto l’interdizione per un anno dia pubblici uffici. Questo il risultato del secondo atto dell’operazione ‘Sorella Sanità’, messo a segno dalla Guardi di Finanza, che nel 2020 aveva portato in carcere anche l’ex direttore generale dell’ASP di Trapani, Fabio Damiani, e l’ex manager dell’ASP di Palermo, Antonio Candela, entrambi poi condannati, con pene pesanti, in abbreviato. Un sistema per il controllo degli appalti della sanità per 700 milioni di euro banditi dalla Regione. In questo spaccato di grande corruzione anche una tangente di ben 700.000 euro al presidente di una commissione di gara e al suo faccendiere.
In carcere è finito Giovanni Luca Vancheri, 53 anni, di Caltanissetta, indagato per corruzione e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. Ai domiciliari finiscono Stefano Mingardi, commercialista di Trezzano sul Naviglio, in provincia di Milano, per riciclaggio ed emissione di fatture false; Loreto Li Pomi, 59 anni, palermitano, luogotenente dei carabinieri del Nas per tentata turbata libertà degli incanti; Giuseppe Bonanno, 45 anni, di Caltanissetta, referente della società Althea spa, indagato per corruzione; Cristian Catalano, 40enne palermitano, altro referente della stessa società e accusato di corruzione. Il Gip del tribunale di Palermo ha inoltre imposto l’obbligo di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria al carinese Giuseppe Gallina, 54 anni, amministratore della società Healtech srl e accusato di riciclaggio ed emissione di fatture false; Massimiliano D’Aleo, 47enne di Altavilla Milicia, referente della società Generay srl; Luigi Ianazzo, 55 anni, di Catania, amministratore delegato della società Dedalus Italia spa, accusato di corruzione; Alberto Vay, 49 anni della provincia di Torino, provincia di Lecco, dirigente della stessa Vivisol.
