Sindaci in crisi, ma in silenzio

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    Da un po’ di tempo tra i cittadini serpeggia una notizia che per certi versi metterebbe allarme, mentre a qualcuno sembra più che altro un desiderio. La gente chiede, incontra giornalisti e operatori dell’informazione e vuole sapere se il Sindaco di qui o di là, di questa e quella città, si sta per dimettere.

    Allo stato attuale di ufficiale non c’è nulla, nessuna dichiarazione in merito, ufficiale e no, dei Sindaci appena eletti questa primavera, nel trapanese e nel palermitano . Nessuno sembra intenzionato, insomma, a dimettersi ma tutti insieme però fanno sapere agli Organi del Governo Nazionale che continuando così si potrebbero dimettere, insomma qualcosa di vero c’è.

    I cittadini ad Alcamo chiedono, per esempio, se Sebastiano Bonventre si dimetterà o no, anzi qualcuno ancor più deciso dà per certo, scontato, che sì, Bonventre si dimetterà per motivi economici, non suoi ma per il dissesto della città. Notizie ufficiose simili sono sempre esistite, appartengono al gioco della politica, soprattutto all’indomani dell’esito elettorale di primavera, che ha visto un vincente e altri perdenti e alla vigilia ora delle elezioni regionali dove i giochi si rimettono in pista.

    I giornalisti rispondono che no, non ci sono dimissioni né certe, né preventivate da parte di Bonventre e altri, per esempio a Trapani si parla di dissidi tra Damiano e l’ex sindaco di Trapani Fazio. A Marsala tutto tace, ufficialmente, ma le questioni politiche di sicuro ci saranno; a Castelvetrano la cosa sembra più tranquilla ma i candidati alle regionali sono tanti, e, a passare ai ferri corti, magari ci staranno poco, come ad Alcamo, dove ogni giorno si annuncia una candidatura nuova, poi ritirata, con conseguente abbandono del partito che ha deluso, poi non parliamo del palermitano e di Palermo stessa, dove deficit di bilancio, questioni ambientali e crisi regionali stanno mettendo a dura prova i governi amministrativi di città e cittadine.

    Una cosa però va detta. Se è vero che Bonventre non sembra abbia intenzione di dimettersi, lui come tutti gli altri, è anche vero che unanimemente i sindaci fanno sapere che con questa situazione non saranno in grado di fronteggiare a breve e lungo termine le emergenze sociali delle proprie città. Precari che chiedono la stabilizzazione e gli stipendi, arretrati, raccolta dei rifiuti, emergenze sociali, come gli anziani, i portatori di handicap, i giovani che, diplomati e laureati, si vedono al massimo proporre contratti a termine o niente, al massimo si dice loro con gentilezza di frequentare un corso, e dopo un corso, una specializzazione, poi ancora aspettare, magari, le prossime elezioni.

    Insomma qualcosa di vero ci sarà. Di sicuro qualche difficoltà di bilancio di non poco conto e pettegolezzi e rivincite elettorali e personali, a parte quello che è certo: che amministrare un Comune oggi non è più né dirigere un dipartimento governativo, né un associazione culturale, né una struttura magari sportiva o intellettuale, ma costerà impegno, impegno morale e oculatezza. Sorprende dunque se qualcuno pensa che la vecchia politica può ancora dare frutti. Probabilmente non servirà più fare promesse e proclami ma semplicemente amministrare con le leggi dello Stato. Anche perché i giovani di ieri son diventati adulti e disillusi e i giovani di oggi non sembra siano come i loro padri. Per fortuna loro e di tutta la società.