Siccità, in Sicilia invasi vuoti e scatta l’emergenza anche nel trapanese

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Si fa presto a dire: belle giornate in questo pazzo inverno dove la pioggia è caduta col contagocce e più tempo passa più la situazione diventa drammatica in Sicilia poiché le dighe sono quasi all’asciutto. Calato paurosamente il livello delle sorgenti.  Emergenza idrica che rischia di compromettere la normale erogazione idrica tanto che in molti Comuni, come per esempio a Palermo, si sta mettendo a punto un piano di razionamento. Per passare a questa fase nel Palermitano si attende la proclamazione dello stato di calamità, importante per potere effettuare interventi. Condutture idriche, che spesso sono un colabrodo, carenza di manutenzione delle dighe sono tra le principali cause della perdita del prezioso liquido. L’unica via per fronteggiare un’emergenza, dicono gli esperti destinata ad aumentare per i cambiamenti climatici, è quella di costruire dissalatori. Si tratta di apparecchiature oggi molto sofisticate che potrebbero risolvere nel giro di un anno i problemi. In Israele l’acqua è fornita grazie ai dissalatori. Ma in Sicilia sarà mai possibile realizzare impianti di questo tipo? Ogni volta che si ha intenzione di programmare qualcosa si levano voci contrarie da tutti i lati. Risultato tanto per fare un esempio? In Sicilia siamo all’anno zero per quanto riguarda impianti per smaltire i rifiuti. Il rischio è quello di morire soffocati da montagne di spezzatura, settore delicato sempre in totale emergenza. E per le forniture idriche? Nel 2008 uscì un film della serie di 007 dove una banda di criminali veniva in possesso di un oceano sotterraneo di acqua potabile in Bolivia e voleva ricattare il mondo assetato. James Bond risolse il problema. Secondo alcuni studiosi la terza guerra mondiale potrebbe scoppiare per il controllo dell’acqua potabile sempre più scarsa.  E mentre in molti Comuni del Palermitano è pronto il piano di razionamento piangono anche le campagne. Ridotte le produzioni di grano e uva. Le arance rosse sono già più piccole. I campi della Sicilia hanno il 40 per cento di acqua in meno rispetto allo corso anno. In crisi gli allevatori. A Piana degli Albanesi i cittadini chiedono di bloccare i prelievi. Ma siamo alle ultime gocce. Temono rischi per la propria salute. Secondo la Confagricoltura per vedere gli invasi con l’acqua sarebbero necessari dieci giorni continuativi di pioggia. Una crisi grave. Forse si tornerà a fare uscire i santi dalle chiese con processioni per invocare la pioggia. Ad Alcamo si è abituati ai razionamenti. L’acqua viene distribuita a seconda la disponibilità con turni di attesa che variano continuamente. L’’attesa minima, quando va bene,  è di 5 giorni. Si spera di avere più acqua grazie ai lavori di ripristino dalle sorgenti di Cannizzaro il cui finanziamento venne approvato dalla giunta Bonventre e progetto salvato da Ignazio Caldarella. E ad Alcamo è in corso di formazione un comitato per le emergenze idriche e le basi sono state gettate nel corso di due consecutive riunioni.