Sentenza d’appello ‘Cutrara’ slitta al 9 aprile. Domingo ‘Ciccio Tempesta’ principale imputato

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Slitta ancora una volta, ma stavolta di pochi giorni, la sentenza del processo d’appello ‘Cutrara’ che, in primo grado, si era concluso con la condanna a 24 anni per Francesco Domingo, detto ‘Tempesta’, poi divenuti trenta in continuazione con una precedente condanna. Si tratta del troncone che riguarda gli imputati che avevano scelto il rito ordinario. Il verdetto sarebbe dovuto arrivare ma l’udienza di ieri è stata rinviata a martedì 9 aprile. In primo grado, oltre a ‘Ciccio Tempesta’, vennero condannati anche Antonio Rosario Di Stefano a tre anni e Salvatore Labita a un anno e dieci mesi. Nello stesso processo furono invece assolti i fratelli Nicola e Lilla Di Bartolo, gestori di una casa di riposo. L’iter giudiziario nel corso del tempo ha subito numerosi rallentamenti anche per la rinnovazione degli atti affidati al giudice Giovanni Campisi. La tesi difensiva degli avvocati di Domingo, l’alcamese Giusi Cataldo e il palermitano Raffaele Bonsignore, punta soprattutto  sulle assoluzioni arrivate sia nel processo abbreviato che in quello ordinario, fra queste quelle dell’ex sindaco Nicola Rizzo e dei fratelli Di Bartolo. Assoluzioni che secondo i legali andrebbero ad inficiare, in buona parte, le accuse mosse ai danni di colui che dagli inquirenti è ritenuto il capomafia di Castellammare del Golfo. Nella condanna inflitta in primo grado a Domingo, tornato in carcere nell’ambito dell’operazione antimafia ‘Cutrara’, si legge che ‘proprio a Domingo è da ricondurre un controllo pregnante del territorio, controllo non solo sulle attività tipiche della criminalità organizzata, ma anche su espressioni della vita sociale”. Un altro ruolo attribuito al castellammarese nella sentenza di primo grado è quello di essere soggetto di riferimento per i collegamenti tra Cosa nostra siciliana e la famiglia mafiosa dei Bonanno, operante negli Stati Uniti. Rosario Di Stefano venne invece condannato per avere provato a bonificare dalle micro-spie le zone frequentate da ‘Tempesta’ e Salvatore Labita, proprietario di una ditta di installazione di impianti elettrici, per avere fornito allo stesso Francesco Domingo la strumentazione necessaria a individuare le ‘cimici’ all’interno dell’abitazione di quest’ultimo.