Segesta, due arresti dei carabinieri per il parcheggio privato. Coinvolti ex sindaco e comandante vigili urbani

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Due arresti, un avviso di garanzia eccellente e vertici della polizia municipale di Calatafimi nella bufera. Questo, in estrema sintesi, il risultato dell’operazione Phimes, messa a segno all’alba di oggi dai carabinieri della Compagnia di Alcamo, diretti dal capitano Giulio Pisani. Al centro delle indagini il monopolio del parcheggio privato che serve l’area archeologica di Segesta e il patto corruttivo tra l’imprenditore edile originario di Vita, Francesco Isca, proprietario dell’area, e l’ex vice-comandante della polizia municipale, Salvatore Craparotta,  in servizio fino allo scorso dicembre. Il primo dei due, entrambi arrestati oggi dai carabinieri,  è il noto imprenditore edile ritenuto molto vicino al re dell’eolico alcamese Vito Nicastri e coinvolto, assieme agli imprenditori alcamesi e agli Arata, nell’indagine sulla corruzione all’assessorato regionale all’energia.

Le indagini dei carabinieri, avviate nell’agosto del 2018, hanno consentito di dimostrare l’esistenza di una forte intesa, che aveva alla base diversi episodi di corruzione, tra Isca e Craparotta. Quest’ultimo, sfruttando il ruolo di Vice Comandante della Polizia Municipale, utilizzava indebitamente gli strumenti in suo possesso per agevolare l’attività economica del parcheggio di Segesta gestito dalla società “Nuovi Sistemi Edili srl”, multando con assiduità– sia su chiamata di Francesco Isca che di sua iniziativa – gli automobilisti che parcheggiavano le auto lungo la strada che conduce al tempio e quindi al di fuori dell’area a pagamento. I favori di Craparotta rappresentavano il do ut des per l’assunzione, da parte dell’imprenditore, dei parenti più stretti dell’Ispettore, moglie, figlio, figlia e genero. Sono stati quindi notificati avvisi di  garanzia ad altri cinque indagati: tra questi spicca quello all’ex sindaco, Vito Sciortino, esponente del centro-sinistra. Dovrà rispondere di abuso d’ufficio e falsità materiale ed ideologica, perché senza averne titolo, aveva imposto alla direzione del parco archeologico di Segesta, mediante l’adozione di un atto a sua firma ( informale e privo di protocollo) di non far parcheggiare veicoli al suo interno, in tal modo favorendo l’attività privata di parcheggio.

Avvisi anche a Maria Craparotta, moglie dell’ex vice-comandante, che, chiamata dai carabinieri per essere interrogata, aveva concordato preliminarmente con il marito la versione da fornire e, successivamente, la moglie di Isca per aiutarla ad eludere le investigazioni. Gli altri tre avvisati sono i componenti della polizia municipale di Calatafimi: l’attuale comandante Giorgio Collura, l’ispettore Leonardo Accardo e  l’agente Vito Accardo. I tre saranno chiamati a rispondere, a vario titolo, di abuso d’ufficio, omissione d’atti d’ufficio e falsità materiale ed ideologica in atti pubblici, condotte finalizzate ad agevolare l’attività dell’azienda di  Francesco Isca ed a penalizzare quelle concorrenti.

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