Anche per la Sea Watch 3 è arrivato un porto di sbarco, una settimana dopo la prima di una serie di operazioni di salvataggio effettuate nel Mediterraneo centrale, una delle quali ha riguardato un drammatico naufragio nel quale una ventina di persone avrebbero perso la vita. La più piccola delle due navi umanitarie della Ong tedesca è attraccata questa mattina al porto di Trapani, davanti al quale navigava già da alcuni giorni. Con l’assistenza della oramai rodatissima macchina della solidarietà, con in testa la Croce Rossa, sono scesi così a terra 201 dei 211 migranti che il team di soccorso di Sea Watch ha recuperato una settimana fa in cinque diverse operazioni in 24 ore. Una decina di migranti erano stati già evacuati dalla nave per problemi di salute, con elicotteri e motovedette della Guardia costiera. La stessa nave attraccata questa mattina al porto di Trapani sabato scorso era intervenuta per il naufragio di un gommone con a bordo, secondo quanto raccontato dai superstiti, 53 persone molte delle quali sono finite in acqua e, in alcuni casi, sono annegate.
La ONG tedesca ha riferito la presenza nei pressi del gommone semi-sgonfio di una motovedetta della Guardia costiera libica, negli stessi momenti in cui i migranti annaspavano nell’acqua e come non sia chiaro se fosse lì per effettuare un intervento di soccorso o meno. La nave umanitaria è comunque riuscita a prendere a bordo 34 naufraghi che sono tra coloro che questa mattina sono sbarcati a Trapani. La scorsa settimana numerose imbarcazioni sono state messe in mare dai trafficanti sia dalla Libia che dalla Tunisia. Un fenomeno e un giro di affari mostruoso, per chi organizza le traversate, che non conoscono sosta. In questi giorni, grazie alle condizioni del mare e del vento, si sono registrati anche numerosi arrivi autonomi di migranti a Lampedusa, oltre 800. I numeri degli arrivi in Italia non si discostano da quelli dello scorso anno. Alla data di oggi, il Viminale ha segnalato l’arrivo di 8441 persone da inizio anno, erano 8522 nel 2021. E quasi tutte in Sicilia. Numeri sempre elevatissimi nonostante i paesi africani rivieraschi, sia la Tunisia che la Libia, abbiano incrementato le operazioni in mare con cui centinaia di migranti sono stati fermati e riportati indietro.