Scuola, calo degli studenti. Non bastano gli immigrati. Appello del cigiellino Rizza

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“In Sicilia assistiamo ormai da anni al drastico calo degli studenti, per nulla compensato dall’arrivo degli alunni stranieri. Dal 2019 ad oggi l’Isola ne ha perso 38.863, mentre nell’anno scolastico in corso gli alunni non italiani che frequentano le scuole siciliane sono solo 26.647, ovvero il 3,3% dell’intera popolazione scolastica regionale. Numeri molto distanti rispetto a quelli di altre regioni dove la presenza straniera nelle scuole va dall’11 e fino al 25%.

A snocciolare i preoccupanti dati è Adriano Rizza, segretario di Cgil Scuola Sicilia, durante il suo intervento alla Tavola rotonda “L’istruzione come motore dell’integrazione e dell’incontro tra culture” nell’ambito del Congresso regionale dell’Organizzazione sindacale. “Alla luce di questi dati – aggiunge Rizza – risulta inaccettabile la retorica politica populista dell’invasione. I migranti che arrivano in Italia non rappresentano un problema, ma una risorsa per la nostra scuola e per il nostro Paese, che prima di tutto ha il dovere etico e morale dell’accoglienza delle persone che scappano dalle guerre e dalla povertà.

A questo si aggiunge – ha continuato il sindacalista cigiellino della scuola – anche la necessità di cambiare approccio in considerazione delle ripercussioni socioeconomiche che il fenomeno delle migrazioni ha sul nostro sistema sociale e produttivo”. “Secondo le ultime rilevazioni di Unioncamere e Anpal – ha spiegato Rizza – solo nel mese di gennaio le aziende sono alla ricerca di 504.000 lavoratori.

A mancare sono soprattutto gli operai specializzati. Tutto questo cozza con le politiche sull’immigrazione adottate nel nostro Paese, dove gli immigrati sono 6,4 milioni, il 10% della popolazione, e dove a causa del calo demografico si prevede un crollo del 7% della popolazione in età lavorativa entro la fine del 2023”. “Chiediamo pertanto al governo e alle forze politiche – ha concluso il segretario di CGIL Scuola – di considerare l’immigrazione per ciò che realmente è: una questione di tutela dei diritti della dignità umana e di opportunità per la nostra società e per la nostra economia”.