Safina, nessuna restrizione. Cassazione respinge ricorso della Procura

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Adesso è definitivo l’annullamento di ogni restrizione cautelare nei confronti del parlamentare regione del PD, Dario Safina. La Corte di Cassazione ha infatti rigettato il ricorso, ritenuto inammissibile, presentato dalla Procura di Trapani contro la decisione del Tribunale del riesame di Palermo che aveva annullato ogni misura nei confronti del politico, coinvolto nell’indagine anticorruzione relativa al periodo in cui era assessore al comune di Trapani, fra il 2020 e il 2021. Era già stata la procura generale a chiedere la dichiarazione di inammissibilità del ricorso, condividendo nel merito le motivazioni dell’ordinanza del Riesame.

La vicenda risale alo 24 gennaio scorso quando l’onorevole Safina finì agli arresti domiciliari con le accuse di corruzione, turbativa d’asta e rivelazione di segreti d’ufficio. Dopo alcuni giorni e dopo l’interrogatorio di garanzia, il Gip dispose la revoca dei domiciliari assegnando invece a Dario Safina l’obbligo di dimora nei comuni di Erice e Trapani. Il 5 febbraio Il Tribunale del riesame di Palermo lunedì 5 febbraio, accogliendo la richiesta dei legali del deputato regionale, annullò tutte le richieste di misure cautelari ritenendo che mai sarebbero esistiti indizi di colpevolezza. “Oggi, alla luce delle ultime determinazioni e della decisione della Cassazione che ha respinto il ricorso della Procura – ha detto il parlamentare regionale del PD – confidiamo che la vicenda possa agevolmente volgere verso l’archiviazione. Non ho mai perso fiducia nella giustizia e nel sistema giudiziario. Ringrazio – ha concluso l’onorevole Safina – i miei avvocati difensori Giuseppe Rando, Salvatore Longo e Debora Ciaramitaro per l’ottimo lavoro svolto”. L’inchiesta che aveva portato all’arresto del politico trapanese, per fatti risalenti al periodo in cui era assessore comunale nella giunta Tranchida, riguarda presunti concorsi truccati per la nomina del direttore generale della società municipalizzata Trapani Servizi Spa, che si occupa della raccolta e del trattamento dei rifiuti in città, e per le nomine di un collaboratore esterno e del direttore tecnico. Oltre a Safina erano finiti ai domiciliari anche Carlo Guarnotta e Giuseppe Ullo, rispettivamente direttore generale e direttore amministrativo della Trapani Servizi.