‘Ruina’, processo abbreviato. 20 anni a Pidone e 13 a Leo. Assolti Ingraldo e Ruggirello

0
135

Pene pesanti al processo Ruina, per gli imputati dell’operazione antimafia che hanno scelto il rito abbreviato. Il processo ordinario, scelto da altri imputati, è invece ancora nella fase dibattimentale e allo stato attuale si attende la trascrizione delle intercettazioni. La prossima udienza è fissata per il 16 giugno prossimo. Una vasta indagine, quella denominata ‘Ruina’, che nel 2020 azzerò la riorganizzazione della famiglia mafiosa di Calatafimi e che ha portato alla prima sentenza. Il giudice del tribunale di Palermo, Paolo Magro,  ha quindi condannato a 20 anni Nicolò Pidone, colui che è ritenuto dagli inquirenti l’uomo che comanda la famiglia mafiosa calatafimese; a 13 anni  il vitese Rosario Tommaso Leo e ad otto anni e otto mesi il calatafimese Gaetano Placenza. Pene minori per Domenico Simone e Ludovico Chiapponello, entrambi di Calatafimi, condannati rispettivamente a 3 anni e due anni e sei mesi.

Il rito abbreviato ha disposto anche due assoluzioni per Andrea Ingraldo e Vincenzo Ruggirello, il primo perché il fatto commesso non costituisce reato e il secondo perché il fatto non sussiste. Ruggirello, 54 anni, agente di polizia penitenziaria al carcere di Palermo, era accusato di rivelazione di segreti di ufficio con l’aggravante di aver favorito cosa nostra. I fatti risalgono al 18 dicembre 2020 quando venne intercettata una conversazione tra l’uomo, adesso assolto, e Nicolò Pidone. In quell’occasione il presunto capomafia chiedeva informazioni a Ruggirello sulla presenza in carcere di Antonino Sabella. Nel corso del giudizio abbreviato, i difensori di Ruggirello, Saro Lauria e Jimmy D’Azzo hanno invece dimostrato che quell’incontro fu del tutto causale e che Ruggirello non fornì alcuna notizia al suo interlocutore. “Siamo molto soddisfatti del risultato – hanno detto i legali Lauria e D’Azzò -; adesso chiederemo la riammissione in servizio di un uomo che ha sempre svolto il suo lavoro con fedeltà e abnegazione”.

Nell’operazione Ruina venne anche coinvolto Antonino Accardo, all’epoca sindaco in carica e immediatamente dimessosi, per il quale il Gip ha chiesto la proroga delle indagini. L’ex primo cittadino calatafimese, difeso dagli avvocati Mancuso e Gallina Montana, non ha finora ricevuto alcuna richiesta di rinvio a giudizio.