Rottura della conduttura a Dammusi, ad Alcamo acqua ogni sei giorni

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Le condizioni della conduttura di Dammusi

Oltre alla siccità e il conseguente calo dell’acqua nelle sorgenti e invasi quasi all’asciutto, il Comune di Alcamo deve fare fronte anche con le periodiche rotture che si verificano nelle condutture esterne. E’ quanto accaduto in contrada Tampone Scio, sorgenti di Dammusi. Stop all’arrivo ai serbatoi comunale di circa 10 litri al secondo e pertanto i turni di erogazione nei vari quartieri di Alcamo si allungano da quattro a sei giorni per un paio d’ore. Già avviate le riparazioni che dovrebbero terminare nella serata di oggi. Allo stato attuale la disponibilità complessiva è di 80-85 litri al secondo con acqua dalle sorgenti di Cannizzaro, Dammusi e da Siciliacque, che ha ridotto da 45 a 20 litri al secondo la fornitura.  Di recente il Comune ha dato incarico ad un geologo di studiare i punti di captazione di alcune sorgenti come Dammusi per cercare di prelevare più acqua. E trovarne di nuova.  Due anni fa la Regione ha concesso al Comune di Alcamo un finanziamento per la manutenzione straordinaria e l’efficientamento della condotta idrica adduttrice di Cannizzaro. Un’opera di poco inferiore ai 4 milioni di euro. L’idea progettuale iniziale, messa in campo circa 4 anni fa, prevede la costruzione di una conduttura parallela a quella esistente, proveniente da Dammusi, dal by-pass e fino al bottino comunale. In questa maniera, qualora dovesse saltare la condotta esistente, gli alcamesi potrebbero almeno usufruire dell’acqua proveniente da Cannizzaro. Inoltre le nuove opere serviranno ad annullare le notevoli perdite d’acqua di Cannizzaro a causa del deterioramento delle tubature. Già  la ditta che ha vinto l’appalto a tacciato il percorso attraverso il quale sarà collocata la nuova conduttura. Intanto resta sulla carta il progetto per usi irrigui dell’acqua del depuratore di contrada Valle Nuccio del quale si parla da 40 anni. E per trovare soluzioni alla crisi idrica il governo regionale sta studiando interventi per ripristinare il dissalatore di Trapani, che non funziona da circa 20 anni.