Roma violenta. Ucciso militare originario di Marsala, c’è l’identikit di un tunisino

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C’è un identikit che porta alla identificazione dell’assassino del 44enne, Danilo Lucente Pipitone. Era caporal maggiore dell’esercito in servizio al Celio di Roma come infermiere. L’uomo era originario di Marsala e già i parenti hanno raggiunto Roma dove risiedeva da qualche anno nella cittadella militare della Cecchignola, quindi in tutt’altra zona della città rispetto a quella in cui ha trovato la morte. E’ stato massacrato di botte ed ha lottato tra la vita e la morte per più di un giorno.

Ieri mattina alle tre i sanitari dell’ospedale Umberto Primo hanno comunicato la morte ai familiari in attesa anche dell’espianto degli organi. Ancora da chiarire la dinamica dell’aggressione, che assomiglia ad un agguato. Testimoni hanno descritto il presunto aggressore già identificato. Si tratterebbe di un uomo di nazionalità straniera che dopo avere colpito Pipitone ha fatto perdere le sue tracce. Ignoto il movente forse una tentata rapina. Quello che è certo che verso le due di notte l’infermiere dell’esercito si trovava nel quartiere romano di Centocelle.

A dare l’allarme sono stati alcuni testimoni. Sul posto ambulanze e polizia. Il militare viene descritto come un tipo tranquillo, solare ed allegro. Ultimamente usciva poco da casa ed era diventato anche molto religioso. Fino a pochi giorni fa lavorava nel reparto di rianimazione dell’ospedale militare del Celio. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi ha garantito che sarà fatta presto piena luce sul caso. Quello del militare è l’ultimo caso di un’escalation di violenza: 7 vittime in soli 7 giorni a Roma. Quartieri di tante città in mano a criminali che seminano violenza. Paura nei cittadini per le bande di spacciatori alle quali vanno aggiunti le decine di episodi che caratterizzano le movide sempre più fuori legge e selvagge. Necessari maggiori controlli e quando emergono reati si debbono aprire le porte delle patrie galere.