Ritrovati un migliaio di pizzini da decifrare. Si cercano tracce di DNA nei covi di MMD

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Quello ritrovato nell’intercapedine di una sedia all’interno dell’abitazione di Rosalia Messina Denaro e che condusse all’arresto del fratello lo scorso 16 gennaio, non era che uno delle migliaia di altri pizzini scoperti dai carabinieri del Ros nel covo di Matteo Messina Denaro a Campobello di Mazara e nelle due case (una a Campobello e l’altra a Castelvetrano) della sorella maggiore, arrestata per associazione mafiosa. La donna, infatti, avrebbe aiutato per anni il fratello a sottrarsi alla cattura oltre ad aver gestito, per suo conto, la cassa della famiglia nonché la comunicazione tra Matteo e i suoi affiliati, mediante la trasmissione dei famosi pizzini.

Ed è su queste migliaia di foglietti che gli investigatori dovranno lavorare per far luce sulla latitanza del boss, sui suoi affari e frequentazioni. Una lunga mole di carta da decifrare, perché i destinatari delle informazioni riportate sono camuffati da nomi in codice: Rosalia, ad esempio, era chiamata “Fragolone” insieme ad altri nickname come Ciliegia, Condor, Malato, Reparto, Parmigiano, Complicato, Mela. “Sono i destinatari dei pizzini – si legge nell’ordinanza con cui il Gip di Palermo, Alfredo Montalto, ha disposto l’arresto della sorella di Matteo – a ulteriore riprova del chiaro intento di preservarne l’identità nel caso i pizzini fossero intercettati dalle Forze dell’Ordine. Nessun dubbio, poi, “può residuare sulla riferibilità del contenuto di alcuni pizzini ad attività ed affari di Matteo Messina Denaro in quanto capo dell’associazione mafiosa”. Tantissime le informazioni che l’ex latitante inviava alla sorella nei biglietti: tra queste, il riferimento alla scatola di un orologio che la donna avrebbe dovuto utilizzare per consegnare due foglietti di carta a “Condor”.

In un altro biglietto, invece, risaltava la figura di “Parmigiano”, un imprenditore, forse, in affari con il boss al quale Rosalia si sarebbe dovuta rivolgere per la consegna di 40 mila euro: la cifra, sarebbe servita all’ex latitante per rimpinguare le sue riserve di denaro dopo l’acquisto del covo di Campobello di Mazara. Intanto, proseguono le indagini nell’appartamento di Rosalia Messina Denaro in cerca di eventuali profili di dna.