Quiete in ‘Cosa Nostra’ ma si pensa a successione. Si cerca anche di recuperare le ‘ricchezze’ di MMD

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“La lotta alla mafia passa anche attraverso la sottrazione dei beni ai boss. Una larga parte dei patrimoni relativi a Messina Denaro e alla sua famiglia è già stata individuata, sequestrata o confiscata. Anni fa, nell’ambito della grande distribuzione, vennero sequestrate catene di supermercati. Oggi stiamo lavorando per quella parte di patrimonio che sappiamo esiste ma che non siamo ancora in grado di sequestrare perché non abbiamo identificato tutti i prestanome. Ma ne abbiamo individuati tanti così come abbiamo individuato alcuni beni”. Lo ha detto il procuratore di Palermo Maurizio De Lucia, che ha coordinato le indagini dei carabinieri del Ros che hanno portato all’arresto e che ha firmato il libro, con il giornalista Salvo Palazzolo: “La cattura: I misteri di Matteo Messina Denaro e la mafia che cambia”.

In merito alla possibilità di una collaborazione da parte del boss, De Lucia ha spiegato che sicuramente il ‘no di Matteo Messina Denaro è in qualche modo da lui motivato e ricondotto alla sua formazione e al rispetto verso suo padre, vecchio patriarca della mafia belicina”. “La sua cattura – sottolinea il magistrato – è sicuramente importante per tutti e rappresenta un successo. Abbiamo avuto per 30 anni un soggetto latitante, una ferita aperta per lo Stato; l’averlo catturato dimostra che lo Stato è più forte della mafia”.  Gli occhi sono adesso puntati sull’organizzazione interna di Cosa nostra che al momento appare calma, forse perché i suoi membri sono in attesa della morte di Messina Denaro, gravemente ammalato. “Allora – ha spiegato il procuratore De Lucia – si innesterà un meccanismo di successione all’interno dell’organizzazione. Possibile che nuove figure tentino di prendere il posto che aveva lui e di acquisire i suoi beni. Perché in tanti, e l’intera organizzazione, ambiscono alle sue ricchezze. Senza dimenticare la possibilità nascita di contrasti all’interno di Cosa nostra”.

Intanto, a proposito di condizioni di salute, si registra un lieve miglioramento delle condizioni generali del boss che, da più di un mese, ha lasciato il carcere per essere ricoverato all’ospedale dell’Aquila. Sarebbero buoni i parametri vitali per il 61enne, alimentato con nutrizione parenterale e sottoposto alla terapia del dolore. Le condizioni restano ovviamente gravi per lo stadio molto avanzato del tumore al colon. L’ex superlatitante, assistito nella cella del reparto detenuti e tenuto d’occhio da decine di agenti dentro e fuori la struttura sanitaria. Al boss castelvetranese fa spesso visita la nipote e legale Lorenza Guttadauro che insieme alla giovane figlia di Messina Denaro, riconosciuta recentemente, si è trasferita all’Aquila dopo l’aggravamento delle condizioni del familiare.