Programmatori all’ASP di Palermo. Cisal: “Stop al concorso e assunzione precari”

0
65

Indire un concorso per programmatori quando tale figura è già presente in organico, seppur tra i precari, sarebbe davvero inconcepibile e in più potrebbe anche far scattare numerosi contenziosi legali. Lo afferma Giuseppe Badagliacca, sindacalista del CSA-Cisal. Il concorso in questione è quello indetto dall’Asp di Palermo per assumere 53 programmatori. “Non solo uno spreco di denaro pubblico – dice il sindacato – ma anche il irschio di generare contenziosi legali con gli altrettanti programmatori assunti a tempo determinato durante l’emergenza Covid e che hanno diritto alla stabilizzazione”.

Per questo il Csa-Cisal ha chiesto ancora una volta al Governo regionale di stabilizzare il personale e quindi di fermare subito la procedura concorsuale. Giuseppe Badagliacca ha inviato una lettera al presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, all’assessore regionale alla Salute Giovanna Volo, al presidente e ai vicepresidenti della sesta commissione parlamentare Ars Giuseppe Laccoto, Calogero Leanza e Carmelo Pace, al dirigente del dipartimento regionale per la pianificazione strategica Salvatore Requirez e ai vertici dell’Asp di Palermo.

“Si tratta di 53 programmatori assunti durante l’emergenza pandemica mediante regolare procedura concorsuale – ha spiegato il sindacalista – e che, ai sensi del decreto Milleproroghe, hanno maturato il diritto alla stabilizzazione dal momento che alla scadenza dei contratti, fissata per il prossimo 30 aprile, risulteranno in possesso dei 30 mesi di servizio, di cui 18 per emergenza Covid.

Inoltre il loro numero rientra perfettamente nel piano triennale dei fabbisogni di personale 2021/2023 dell’Asp di Palermo. Ci sono tutte le condizioni per la loro assunzione in pianta stabile – ha ribadito il Csa-Cisal – che valorizzerebbe la professionalità acquisita, facendo peraltro risparmiare sulle spese del nuovo concorso. Chiediamo quindi al presidente Schifani un’immediata convocazione per evitare possibili contenziosi legali che sarebbero dannosi per tutti”.