Prezzo del pane, nuovo aumento ad Alcamo. ‘Caro-bollette’, noto bar paga circa 1.000 euro al giorno

0
127

Venti centesimi in più per la confezione di mezzo chilo. Da un euro e 60 a un euro e 80. Di conseguenza un chilo costerà tre euro e 60. L’aumento dovrebbe scattare dal primo novembre, ma alcuni titolari di forni chiedono di anticipare l’entrata in vigore. L’ andamento dei costi del frumento legato alla guerra in Ucraina e alla minore produzione in Canada causa siccità, è una delle cause ma non solo. Il sesamo è passato da un euro e 50 al chilo a due e 50. La carta è aumentata del 40 per cento. Questi sono alcuni esempi. A gravare è soprattutto il costo dell’energia elettrica. Ad Alcamo il prezzo del pane era aumentato a luglio di dieci centesimi. Un anno fa il primo aumento della serie dopo venti anni per il pane venduto allo stesso prezzo. E in un anno arriva il prossimo rincaro: il terzo. Invariati, restano per il momento i prezzi del pane fatto con i grani antichi: Russello, perciasacchi, tumminia, senatore Cappelli e biancolilla. Le difficoltà legate ai quasi quotidiani aumenti delle materie prime ed energetiche stanno causando una moria di storici panifici. Allo stato attale sono 23, ma cinque, alcuni aperti 60 anni fa, stanno per abbassare le saracinesche.

Ad Alcamo il prezzo del pane è una vera e propria giungla, C’è chi ha mantenuto fermi i prezzi: il quartino si paga ancora 80 centesimi recuperando con la tavola calda passata da un ero e 20 ad un euro e 50. Tutti i panifici ad Alcamo sformano dolci, sfincione, muffulette, a Pasqua colombe, panettoni a Natale.

Ma anche nei bar è arrivata la stangata: da qualche mese il caffè al banco si paga un euro e 20. Rincari anche per tutti gli altri prodotti.  Per non parlare poi degli aumenti in pizzerie e ristoranti, dove è diventato quasi un lusso pranzare o cenare. Il motivo è sempre lo stesso: il caro energia che sta mettendo in difficoltà anche storici e frequentati bar come il 900, aperto ad Alcamo nel 1937. “I guadagni di luglio e agosto sono stati assorbiti dal caro energia”. dice il titolare Giacomo Mulè. E prosegue:” A luglio siamo stati una settimana in ferie, più i giorni di chiusura settimanale. Per l’energia elettrica abbiamo pagato circa mille euro al giorno”. Per confezionare prodotti dei bar i costi sono quadruplicati. Gli aumenti per le consumazioni dal 10 al 15 per cento. “Non c’è proporzione – dice Giacomo Mulè. Attendiamo l’ultima bolletta dell’energia elettrica e mi auguro di non dovere prendere brutte decisioni. Ma le prospettive per continuare oggi sono molto nere”.