Politici, assolti con formula piena Marrocco e Pellegrino. Adamo un reato prescritto

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Tempo di assoluzioni per politici ed ex politici della provincia di Trapani. Ieri, in un sol colpo, sono stati assolti il trapanese Livio Marrocco, famiglia originaria di Alcamo, e i marsalesi Giulia Adamo, ex deputata regionale ed ex sindaco, e Stefano Pellegrino, attuale capogruppo di Forza Italia all’ARS. Le vicende riguardano due processi differenti. Il primo era quello in appello per le cosiddette ‘spese pazze’ all’assemblea regionale siciliane effettuate dai capigruppo che avrebbero utilizzato i soldi destinati all’attività istituzionale per comprare di tutto.

Il trapanese Livio Marrocco, condannato a tre anni in primo grado, a luglio del 2020, è stato adesso assolto con formula piena “perché il fatto non sussiste”. Marrocco, all’epoca capogruppo di Fli, partito di centro-destra, era accusato di avere utilizzato le somme destinate ai gruppi parlamentari per il sui autista personale, per comprare fumetti di Diabolik, Ipad, pasta fresca, profumi e saldare conti in lavanderia. Accuse tutte decadute con l’assoluzione in appello con formula piena. Nello stesso processo di secondo grado è stata assolta per quattro capi di imputazione anche la marsalese Giulia Adamo mentre un altro reato è andato in prescrizione.

L’ex sindaco di Marsala, secondo l’accusa, con i soldi destinati al suo gruppo politico, avrebbe pagato ristoranti ma anche fatto regali, come borse griffate Louis Vuitton, gioielli e Ipad. I giudici d’appello, oltre all’assoluzione, hanno anche deciso di ridurre a 7.206 euro l’importo della confisca l’ex parlamentare marsalese. Assoluzione, ma in tutt’altro processo, per l’attuale capogruppo all’ARS di Forza Italia, Stefano Pellegrino. Il deputato regionale è stato assolto dalla pesante accusa di corruzione elettorale “per non aver commesso il fatto” dal giudice monocratico del Tribunale di Marsala.

Il noto esponente politico era stato rinviato a giudizio dal gup di Palermo nell’ambito nell’indagine della Dda “Mafia Bet” che nel marzo 2019 aveva portato a una decina di arresti tra Campobello di Mazara, Castelvetrano, Mazara del Vallo e Salaparuta. Nell’avviso di garanzia all’epoca notificato al politico marsalese, non era stata comunque contestata l’aggravante mafiosa ma l’elargizione di generi di prima necessità, da parte di alcuni soggetti che facevano campagna elettorale nel 2017 per conto di Stefano Pellegrino. Il pm Francesca Dessì aveva chiesto una condanna a un anno di reclusione per l’onorevole marsalese che è stato invece assolto con formula piena.