‘Pionica’, annullamenti in Cassazione. Legali preannunciano risarcimento danni

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La prima sezione penale della Corte di Cassazione ha totalmente scardinato la sentenza dalla Corte d’appello di Palermo relativa al processo “Pionica” che vedeva coinvolti numerosi imputati per associazione a delinquere di stampo mafioso e reati connessi. Le indagini cominciate nel 2016 si conclusero con il rinvio a giudizio di 16 persone. Le accuse, a vario titolo, erano di associazione di stampo mafioso, estorsione e favoreggiamento, nonché intestazione fittizia di beni. Fra i personaggi coinvolti anche i fratelli e imprenditori alcamesi Vito e Roberto Nicastri, poi condannati in abbreviato a nove anni di carcere ma successivamente assolti, alcuni capimafia di Salemi e di Vita, Michele Gucciardi e Salvatore Crimi, altri personaggi contigui degli stessi centri nonché di Calatafimi e di San Giuseppe Jato, Melchiorre Leone, Giuseppe Bellitti, Gaspare Gucciardi, Girolamo Scandariato, Gino e Leonardo Ficarotta, Paolo Vivirito, Anna Maria Crocetta Asaro, Leonardo Crimi, Antonino, Tommaso e Virgilio Asaro.

Alla luce dei ricorsi presentati da imputati inizialmente condannati e dal P.M. contro l’esito per gli imputati assolti, la corte d’appello aveva stravolto totalmente la prima pronuncia. La Corte, infatti, oltre ad assolvere alcuni dei primi condannati dai reati a loro contestati (e cioè Melchiorre Leone, Vito Nicastri e Roberto Nicastri), aveva condannato alcuni dei soggetti che in primo grado erano stati invece assolti (tra cui il salemitano Giuseppe Bellitti). Inoltre la sezione misure di prevenzione del Tribunale di Trapani, nonostante la riforma in peggio della Corte di Appello (almeno per alcuni degli imputati), aveva rigettato la richiesta di applicazione di alcune misure personali e patrimoniali. Si è così arrivati in Cassazione.

I giudici della suprema corte,  valutata attentamente l’intera vicenda processuale, hanno definitivamente annullato la pronuncia della Corte di Appello. I giudici romani, per alcuni degli imputati, hanno nuovamente rinviato il procedimento al secondo grado di giudizio, mentre per altri (che in primo grado erano stati assolti ed in secondo grado condannati) hanno annullato totalmente la seconda sentenza e senza rinvio. Alcuni die loro legali hanno preannunciato la richiesta di risarcimento danni in quanto i loro assistiti hanno anticipato spese, interrotto la propria professione, sono stati detenuti ingiustamente in carcere e costretti ad abbandonare la famiglia e gli affetti.