Pesca in Sicilia, fermo biologico al 31 dicembre. Contrasto tra Stato e Regione

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E’ una situazione di disagio quella che sta colpendo i pescatori siciliani vittime, in questi giorni, di un vero e proprio “corto circuito” tra Stato e Regione, in relazione alla questione del fermo biologico prorogato fino al 31 dicembre. Per “fermo biologico” si intende un periodo nel quale è proibita la pesca in determinate aree: una decisione, in vigore ormai da 30 anni, che l’Unione Europea ha fortemente voluto per tutelare il patrimonio ittico dei mari.  Bloccare la pesca per un certo numero di giorni consecutivi, infatti, significa dare tempo ai pesci di portare a termine il loro ciclo riproduttivo senza pericolisalvaguardando, così, la fauna dei mari più battuti dai pescherecci.

Al centro del problema il conflitto fra le norme applicate dall’ex governo Musumeci e il Ministero della sovranità alimentare che quattro mesi fa aveva bocciato un provvedimento regionale emesso lo scorso marzo: quest’ultimo avrebbe permesso alle marinerie siciliane di effettuare subito il fermo, per limitare i danni derivanti dal caro gasolio. Tuttavia, secondo il Ministero, si sarebbe trattato di un provvedimento illegittimo: circostanza questa che, non riconoscendo il periodo di fermo già svolto ai sensi del vecchio provvedimento regionale, costringerebbe pescatori ad interrompere nuovamente le attività fino al 31 dicembre con danni per milioni di euro.

Altro limite individuato dal Ministero risiederebbe nel possibile esercizio di pesca, per coloro che aveva effettuato regolarmente il fermo dopo il mese di agosto, entro e non oltre le 12 miglia dalla costa. Decisione che andrebbe a penalizzare tantissimi operatori privi di una licenza di pesca di quel tipo. Una situazione di forte disagio posto che la legge sulla varata dall’Ars nel 2019 non è ancora stata attuata ed i piani di gestione sono ancora quelli del 2016. Nel frattempo, la Commissione “Attività produttive” ha chiesto al Governo regionale di attivarsi immediatamente con il governo nazionale perché siano previste forme di ristoro per coloro che hanno effettuato il fermo in linea con le disposizioni del governo Musumeci.