Partinico: Alberghiero, fine dell’occupazione

0
425

Fine dell’occupazione ma prosegue lo stato di agitazione. In questo modo hanno deciso di determinarsi gli studenti dell’istituto Alberghiero “Danilo Dolci” che per due settimane si sono astenuti dalle lezioni in netta contrapposizione con la dirigente scolastica, Maria Luisa Randazzo, che aveva chiesto in più occasione di evitare queste forme di protesta. Un braccio di ferro che è culminato con la lettera aperta dello stesso capo d’istituto, indirizzata ai genitori degli alunni, nella quale si preannunciava la mano pesante: “I giorni di assenza per gli alunni occupanti, o comunque non presenti a scuola, – si legge nella lettera – verranno conteggiati nel monte ore annuale delle assenze e la valutazione nelle discipline risentirà notevolmente della mancanza di attività didattiche, con la conseguenza che si potrebbero determinare risultati negativi e possibili bocciature”. Quindi la chiara intenzione è quella di andare giù pesante e, molto probabilmente, la decisione di interrompere l’occupazione è anche figlia di questa nota della dirigente. In realtà non tutte le classi hanno aderito a questa occupazione: alcune hanno infatti continuato a frequentare regolarmente le attività didattiche. Essenzialmente la protesta è stata portata avanti per via dello stato di disagio degli studenti dell’alberghiero, costretti a doversi dividere in tre distinti plessi e ancora oggi senza la possibilità di fruire di spazi dove espletare le attività di laboratorio, in seguito alla chiusura del plesso di Balestrate per rischi strutturali. Una motivazione che non è andata giù alla preside: “Pur tenendo nella dovuta considerazione lo stato di disagio vissuto nel passato dagli studenti, al momento attuale i motivi della protesta non sono giustificati, in quanto tutte le ragioni addotte dagli studenti sono inesistenti, e la richiesta di laboratori per le sezioni alberghiere sono in via di risoluzione”. Tutto confermato dagli atti: infatti dall’istituto è stata emanata la procedura per l’acquisto in economia della fornitura e istallazione di attrezzature per laboratori di cucina, sala e ricevimento, per un importo di quasi 9 mila e 200 euro. Si sta procedendo al cottimo fiduciario per accorciare i tempi di indizione e aggiudicazione dell’appalto. Nella lettera aperta la dirigente non ha risparmiato aspre critiche nei confronti dei ragazzi: “Gli alunni – scrive la Randazzo – di fatto bivaccano per l’istituto, giocando a carte o rumoreggiando per l’edificio. Non è certamente questo il modo efficace per risolvere i problemi della scuola”. I Giovani comunisti appoggiano in toto la protesta degli studenti ed a parte il problema laboratori evidenziano tante altre criticità: “Nei vari plessi in cui è discolpata la scuola – si legge in una nota – ci sono pavimenti distrutti, bagni in cattive condizioni, spazi limitati. C’è anche una struttura, come quella di Bosco Falconeria, abbandonata. C’è una palestra da raggiungere a piedi, dove non si possono usare i servizi igienici in quanto vengono dichiarati inagibili. E tanto altro ancora”.