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lunedì, Giugno 9, 2025
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Piazza Bagolino di Alcamo, è allarme a causa dei dissesti

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voragine piazza bagolino Alcamo

La storia è lunga. Riguarda i dissesti in piazza Bagolino che negli anni e in più occasioni hanno costretto il Comune di Alcamo ad intervenire. Ma i movimenti continuano e le persone che abitano nelle case prospicenti il viale di passaggio delle auto non nascondono le proprie preoccupazioni. La situazione si è aggravata con la realizzazione del parcheggio sotterraneo chiuso da diversi anni e diventato ricettacolo di rifiuti di ogni genere e luogo dove ci si va per usare droga.

Qualche mese fa asportati fili di rame. Il luogo più bello di Alcamo dove si gode il panorama del golfo di Castellammare versa nel più totale abbandono. Secondo stime bisognerebbe trovare oltre 500 mila euro pe avviare le riparazioni del parcheggio sotterraneo. E ieri è scattata un nuovo allarme per il dissesto nella zona da tempo transennata e da stamani transenne rinforzate, E’ comparso un buco che dimostra la precarietà del luogo con preoccupazioni per gli abitanti aumentate perché sono visibili condutture del gas. E un lento degrado caratterizzato da avvallamenti accanto alla opera di Turi Simenti.

Intervento ieri dei vigili del fuoco e traffico in tilt per qualche ora a causa della chiusura della zona per effettuare i controlli. Sarebbero necessari interventi radicali per mettere in sicurezza tutta piazza Bagolino ma occorrono finanziamenti e la predisposizione di progetti ancora da redarre. C’era una volta ad Alcamo un parcheggio sotterraneo, tecnicamente detto interrato, capace di circa 200 posti-auto. La struttura di piazza Bagolino, però è chiuso da cinque anni. Prima l’impianto-incendio scaduto, poi il necessario aggiornamento della formazione dei dipendenti, quindi la carenza di personale, infine i danni causati dalle abbondanti piogge a cominciare da un tramezzo abbattuto. Il parcheggio interrato rimane chiuso e ancora non è stata definita l’attività progettuale per intervenire. Intanto più tempo passa più aumentano i danni nell’intera piazza e più aumentano le spese per le riparazioni e messa in sicurezza.

 

Esame dei referti istologici nell’ASP di Trapani, interviene la Regione

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L’assessorato della Salute affiancherà l’Asp di Trapani nella risoluzione delle criticità riscontrate nella consegna dei referti istologici, attraverso tutta la rete del sistema sanitario regionale, per consentire l’azzeramento dell’arretrato e il recupero della capacità di elaborazione secondo standard ottimali. E’ questo l’esito  dell’incontro che si è tenuto ieri pomeriggio a Palazzo d’Orleans tra il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, l’assessore Daniela Faraoni, i due dirigenti generali Salvatore Iacolino e Giacomo Scalzo, il capo di gabinetto della presidenza, Salvatore Sammartano, con il direttore generale dell’Asp di Trapani, Ferdinando Croce, accompagnato dal direttore sanitario Danilo Greco. L’Asp di Trapani non aveva mai informato l’assessorato regionale alla Salute dei ritardi accumulati nella consegna dei referti istologici con centinaia di pazienti in attesa da mesi, con un arretrato quantificabile adesso in circa 1.000 casi.

La totale assenza di comunicazione all’assessorato di riferimento ha irritato il presidente Renato Schifani e l’assessore regionale alla Salute Daniela Faraoni e la riunione in alcuni frangenti è stata molto tesa. Sanità allo sbando: l’appello di Uguaglianza per la Sicilia per una sanità giusta ed efficiente. Noi di Uguaglianza per la Sicilia non possiamo restare in silenzio davanti al disastro sanitario che colpisce la provincia di Trapani. La gestione della sanità è ormai allo sbando, con gravi ripercussioni sulla salute e sulla vita dei cittadini. Uno dei casi più eclatanti riguarda i ritardi nella consegna degli esami istologici, che in più occasioni hanno portato a diagnosi tardive con conseguenze letali.

Non meno allarmante è la situazione delle strutture ospedaliere. Particolarmente grave è la gestione del servizio di radioterapia oncologica. È importante sottolineare che le responsabilità di questa situazione disastrosa non ricadono sui medici e sugli operatori sanitari, che ogni giorno lavorano con dedizione e professionalità per sopperire alle gravissime carenze organizzative. Il vero problema è una gestione amministrativa allo sbando, incapace di garantire le risorse e il supporto necessari affinché il personale sanitario possa operare in condizioni dignitose ed efficaci.

Campobello di Mazara. Condannata Martina Gentile per avere favorito Messina Denaro

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Il gup di Palermo ha inflitto 4 anni e 8 mesi e un anno di libertà vigilata  a Martina Gentile, figlia dell’insegnante Laura Bonafede,  compagna di Matteo Messina Denaro. Gentile era accusata di favoreggiamento e procurata inosservanza della pena. Per la Gentile, anche lei insegnante, il pm Gianluca De Leo aveva chiesto la condanna a 8 anni di carcere. Secondo l’accusa la ragazza, che per anni ha vissuto con la madre e il boss durante la sua latitanza, avrebbe fatto parte della rete che garantiva le comunicazioni di Messina Denaro con la famiglia e con gli uomini d’onore liberi, fiancheggiatori del boss. Autrice anni fa di un necrologio in cui si dichiarava fiera di essere la nipote del boss Leonardo Bonafede. Gentile, figlia di un boss e madre di una bambina era legata all’ex latitante che per anni l’ha cresciuta come una figlia. Interrogata dal gip dopo l’arresto, aveva scelto di non rispondere, ma ha voluto fare dichiarazioni spontanee “per dire di essere stata affezionata al capomafia quand’era bambina, ma di aver capito che quell’affetto lui non lo meritava. Gentile, il cui padre naturale sconta due ergastoli per omicidi commissionati dal padrino di Castelvetrano, ha raccontato di aver visto il vero volto del boss, compresa la sua relazione con la madre, condannata poi a 11 anni e 4 mesi, solo recentemente”. Anche per questo avrebbe cercato di prendere le distanze dall’ambiente in cui era cresciuta andando a insegnare a Pantelleria, lasciando il suo paese, Campobello di Mazara e iniziando un percorso di legalità attraverso colloqui con assistenti sociali e associazioni antimafia.

Volontari esclusi dai canili, le polemiche sulla modifica alla norma vigente

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C’è preoccupazione tra i volontari, cittadini e associazioni animaliste per il disegno di legge che è in discussione all’Assemblea Regionale Siciliana che propone di modificare le attuali “Norme per la tutela degli animali e la prevenzione del randagismo”. A detta dei rappresentanti della Lega Anti Vivisezione siciliana, una delle tante associazioni che sta partecipando alla levata di scudi contro il disegno di legge, queste modifiche andrebbero a cancellare –“disposizioni fondamentali per il benessere degli animali e la corretta gestione del randagismo anche in contrasto con la normativa nazionale.”

Tra le criticità più rilevanti emergono l’indebolimento del ruolo delle associazioni animaliste che verrebbero escluse addirittura dalla possibilità di gestire i canili che andrebbe invece alle imprese private, punto su cui non si fa attendere la risposta di Dario Safina, deputato regionale del PD che ha depositato 15 emendamenti per contrastare il Disegno di legge. Secondo Safina, il vero obiettivo delle modifiche è favorire i privati nella gestione dei canili: -“questa norma spalanca le porte agli interessi economici, trasformando i randagi in un affare”. E in effetti, è un dato di fatto che siano attualmente i volontari che operano una grossa fetta del lavoro di cura, recupero e che si occupano anche delle adozioni dei randagi. Il nuovo disegno di legge prevede inoltre l’eliminazione della disposizione secondo la quale debba essere garantita la presenza di almeno un canile sanitario ogni 500.000 abitanti e il taglio ai finanziamenti per i rifugi.

Castellammare e Alcamo sono tra i comuni della provincia che hanno ricevuto più finanziamenti dalla regione proprio in forza della legge che invece potrebbe essere modificata, soldi che non sono però stati minimamente sufficienti a risolvere il problema, visto che oltretutto il progetto per un rifugio prima a Inici, poi in collaborazione intercomunale con Alcamo e Calatafimi sembra essere caduto nel dimenticatoio. “Queste disposizioni rischiano di aggravare il problema del randagismo in Sicilia.” – dichiarano quindi le associazioni, oltre a “ rischiare di arrecare un danno all’Erario dei Comuni che saranno costretti a farsi carico di tutta la gestione del randagismo senza poter contare sulla attività gratuita dei volontari”.

Ad Alcamo evento per avvicinare le studentesse alle discipline STEM

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“Insieme creiamo connessioni”, il titolo dell’evento formativo che si terrà venerdì   7   marzo   2025, dalle   9:00   alle   13:00, presso l’Auditorium della Cittadella dei Giovani. L’evento, organizzato dal comune di Alcamo in collaborazione con Cellnex italia nell’ambito del prestigioso premio Cresco Award 2024 – Città   Sostenibili, è volto a sensibilizzare e incentivare   le   ragazze   e   i   ragazzi   allo   studio   delle   materie   STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica). Alcune professioni -si legge nel comunicato- risentono ancora di vecchi stereotipi che le fanno percepire come ‘maschili’, provocando la sottorappresentazione delle donne.

Il marsalese Correra di nuovo sotto processo per abbandono di rifiuti

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Dovrà difendersi dall’accusa di non avere ottemperato ad una ordinanza del sindaco in tema di abbandono e deposito incontrollato di rifiuti, il 45enne marsalese Antonio Ignazio Correra, già condannato per bancarotta fraudolenta con sentenza nel giugno 2023, che ora è nuovamente sotto processo davanti il Tribunale di Marsala. Pena prevista dal codice penale: fino ad un anno di arresto. Imputati, con la medesima accusa, anche Leonardo e Francesco Gusmano, anche loro marsalesi.

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