“Ti sei mai chiesto se i tuoi reni stanno bene?” Una domanda semplice quella posta in occasione della Giornata Mondiale del Rene – che si celebra in tutto il mondo il 13 marzo – dalla Fondazione Italiana del Rene (FIR) e dalla Società Italiana di Nefrologia (SIN), per aumentare la consapevolezza sull’importanza della salute renale. In Italia e nel mondo, circa il 10% della popolazione adulta è affetta da malattia renale cronica e la maggior parte non ne è a conoscenza. Una patologia, fra l’altro, che può far perdere fino al 60-80% della funzionalità renale prima che si manifestino i primi sintomi. La Giornata Mondiale del Rene che si celebra giovedì è quindi una campagna di sensibilizzazione volta ad aumentare la consapevolezza dell’importanza dei reni, con iniziative di informazione sui comportamenti preventivi, ma anche con screening gratuiti per identificare le persone a rischio.
Arrestato rumeno, in giro per Alcamo senza dispositivo anti stalker
Se ne andava in giro per Alcamo lasciando a casa il dispositivo elettronico anti-stalker. La polizia ha quindi arrestato un rumeno di 46 anni a causa di numerose violazioni al divieto, cui era sottoposto, di avvicinamento all’ex moglie. La corte d’appello ha quindi appesantito la misura cautelare e il 46enne è finito in carcere. L’uomo, nonostante la prescrizione di non avvicinarsi all’ex coniuge, faceva di testa sua. Era stato sottoposto ad analogo provvedimento perché era stato ritenuto responsabile, sempre ad Alcamo, di altre condotte persecutorie ai danni di un’altra donna con cui aveva intrattenuto una relazione sentimentale.
Maxi-sequestro di beni al campobellese Giovanni Luppino, l’autista di Messina Denaro
Un patrimonio di oltre tre milioni di euro, tra conti bancari e immobili, è stato sequestrato a Giovanni Luppino, fiancheggiatore e autista di Matteo Messina Denaro, arrestato con il boss, a Palermo, nel gennaio di due anni fa. Il provvedimento, eseguito dai finanzieri del comando provinciale di Palermo su disposizione del Tribunale misure di prevenzione di Trapani, è scattato dopo le ulteriori indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia. Luppino, arrestato il 16 gennaio 2023 nei pressi della clinica La Maddalena dove aveva accompagnato il capomafia, è stato già condannato in primo grado a 9 anni e 2 mesi di reclusione.
Secondo gli inquirenti, il campobellese, imprenditore agricolo, non si sarebbe limitato a fornire supporto logistico a Matteo Messina Denaro ma avrebbe avuto un ruolo attivo nel finanziamento della latitanza del boss castelvetranese. Infatti l’analisi dei flussi di denaro ha portato alla luce una rete di bonifici e assegni emessi da soggetti vicini a Messina Denaro in favore di Luppino. Per gli investigatori una chiara dimostrazione di un’attività di sostegno al boss di Castelvetrano. Il denaro sarebbe stato destinato al mantenimento del capomafia durante gli anni di latitanza.
L’operazione della Guardia di Finanza ha portato al sequestro di due società agricole attive nella coltivazione, lavorazione e conservazione di olio, frutta e ortaggi a Campobello di Mazara, la cittadina che ha fatto da covo alla latitanza di Messina Denaro. Sigilli anche per sette immobili, tre rapporti bancari e un’autovettura. Che Luppino non fosse un semplice autista si era intuito già il giorno dell’arresto di Messina Denaro. Nel suo portafogli, infatti, gli investigatori avevano trovato dei ‘pizzini’ con su scritto decine di numeri di telefono. Luppino, commerciante d’olio d’oliva, ha sempre negato di essere stato a conoscenza della vera identità del boss.
Calcio Violento, indagini su aggressione a giocatori del Montelepre
Indagini dei carabinieri e presto provvedimenti della Lega sugli inqualificabili episodi verificatisi durante la partita di Promozione tra Regina Mundi e la capolista Montelepre della quale è presidente l’alcamese Baldo Marchese. I gravi fatti si sono verificati al campo di calcio Louis Ribolla di Palermo. Che tra le due tifoserie non corresse buon sangue sembra ci siano alcuni episodi durante la gara d’andata. Nel corso dell’incontro si sono verificati due forti boati, che hanno fatto tremare lo stadio, causati dal lancio di ordigni, uno dei quali ha colpito il portiere del Montelepre, costringendo l’intervento dei sanitari del 118 per medicarlo. Altri due petardi sono stati lanciati nei pressi della panchina. A seguito degli incidenti, il commissario di campo ha deciso di sospendere temporaneamente la gara, facendola riprendere dopo circa un’ora. Tuttavia, poco dopo la ripresa, il commissario è stato minacciato da un tifoso, che si è poi dileguato prima dell’arrivo dei carabinieri. Le forze dell’ordine sono intervenute per ristabilire l’ordine e cercare di identificare i responsabili degli scontri e del lancio di petardi. Nonostante gli episodi di violenza, la partita si è conclusa con la vittoria del Montelepre per 2-0. Baldo Marchese ha condannato questi episodi e non si esclude che la società possa costituirsi parte civile se individuati i violenti per i quali oltre al Daspo scatterà la denuncia. Giuseppe Guida allena il Montelepre, squadra giovane, proiettata verso il salto di categoria
Diga Garcia, 4 milioni MC in meno, nuova emergenza. ATI invita sindaci a intervenire
La diga Garcia, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, ha 4 milioni di metri cubi in meno di acqua. Una situazione che ha spinto la cabina di regia per l’emergenza idrica della Regione a disporre, come già accaduto nel 2024, misure contingenti per il risparmio dell’acqua. Le disposizioni della protezione civile, dipartimento all’interno del quale opera la cabina di regia, sono state raccolte dall’ATI idrico di Trapani che in una nota ha informato l’utenza.
L’Assemblea Territoriale Idrica di Trapani, a seguito delle decisioni assunte nei giorni scorsi dalla Cabina, informa quindi che a causa dell’emergenza idrica, che sta interessando in particolare il territorio trapanese, si è deciso di adottare misure contingenti per il risparmio della risorsa idrica per preservarla per i futuri mesi estivi. La diga Garcia, sulla quale le piogge sono state particolarmente scarse, alimenta il sistema di Montescuro Ovest che rifornisce, attraverso Sicilacque, gran parte dei comuni della provincia di Trapani. Pertanto, in considerazione della riduzione già in atto del 15% delle forniture idriche da parte di Siciliacque, l’ATI di Trapani invita tutti i sindaci ad adottare tempestivamente ordinanze volte a limitare l’uso dell’acqua potabile ai soli scopi domestici e igienico-sanitari, ad evitare gli sprechi ed inoltre a ricercare nuove fonti di approvvigionamento idrico per mitigare l’emergenza.
“Eventuali nuove fonti – assicura il presidente ATI, Francesco Gruppuso, sindaco di Calatafimi/Segesta – saranno oggetto di valutazione positiva da parte della cabina di regia regionale per reperire finanziamenti e progettazione”. L’ATI continuerà comunque a monitorare la situazione – si legge nella nota – per individuare soluzioni a tutela delle esigenze primarie della popolazione. Gruppuso lancia poi in un appello ad ogni singolo cittadino “che dovrà essere responsabile verso sé stesso e gli altri per preservare la risorsa idrica quale BENE PREZIOSO. Tutti siamo chiamati a fare la nostra parte in coscienza e responsabilità”. Si spera comunque che la situazione possa rientrare – ha concluso il presidente dell’ATI Idrico di Trapani – qualora le piogge nei prossimi mesi primaverili possano essere abbondanti.
Sindacati sul piede di guerra per la gestione dell’acqua della diga Rubino
Il ministero delle infrastrutture, dopo controlli, ha sospeso il provvedimento di messa fuori esercizio della Diga Trinità di Castelvetrano“. Lo annuncia il presidente della Regione Siciliana Renato Nell’attesa che vengano completate le attività di verifica e calcolo, nonché le ulteriori verifiche di sicurezza dei cunicoli di ispezione e di drenaggio, quindi il livello dell’acqua all’interno della diga Trinità potrà raggiungere di nuovo quota 62 . Intanto è allarme per la diga Rubino, uno dei principali bacini idrici della provincia di Trapani al centro di una controversia che rischia di compromettere il futuro del settore agricolo locale. La capacità dell’invaso è stata drasticamente ridotta, passando da 11 a meno di 5 milioni di metri cubi, a causa di presunte carenze strutturali. Una decisione che, secondo le organizzazioni sindacali e produttive, manca di trasparenza e sta mettendo in ginocchio gli agricoltori della zona. Le sigle sindacali Conf.Sal Sicilia, Copagri, FederAgri e Conf.Sal provinciali hanno denunciato la situazione con un documento congiunto, chiedendo chiarezza sulle reali condizioni della diga e sulle eventuali azioni di ripristino. Il timore è che si stia ripetendo quanto accaduto alla Diga Trinità che per sette anni ha riversato in mare milioni di ettolitri di acqua piovana per presunti problemi strutturali. La stessa sorte potrebbe toccare alla Diga Rubino, la cui capacità è stata limitata su disposizione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, attraverso la Direzione Generale per le Dighe e le Infrastrutture Idriche.
Il provvedimento è stato presentato come una misura precauzionale per garantire la sicurezza dell’invaso. Questo stato di incertezza ha lasciato gli agricoltori privi di risposte e senza prospettive chiare per il futuro. Paradossalmente, mentre gli agricoltori lottano contro la carenza d’acqua, la diga rischia di disperdere centinaia di migliaia di ettolitri a causa delle abbondanti piogge degli ultimi mesi. Uno spreco inaccettabile. La riduzione della capacità della Diga Rubino si traduce in una minore disponibilità di acqua per l’irrigazione, aggravando la crisi del settore agricolo e zootecnico della provincia. Le problematiche della Diga Rubino non rappresentano un caso isolato, ma evidenziano una criticità più ampia legata alla gestione dell’acqua in Sicilia. Per affrontare la crisi, le organizzazioni sindacali hanno chiesto un incontro urgente con il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, e con le principali autorità competenti in materia di gestione idrica.
Elezioni ex province, Centro-destra, Fausto o Lentini a presidente. Centrosinistra sull’asse Tranchida
Domenica 27 aprile si voterà per la rinascita degli organi direttivi delle ex province siciliane, oggi Liberi Consorzi e Città Metropolitane. Si tratta di elezioni di secondo livello (potranno cioè candidarsi e votare soltanto gli amministratori comunali in carica) e i voti saranno ponderati, avranno cioè un peso diverso in base alla popolazione di ciascun comune. In provincia di Trapani saranno quattro quelli per così dire più pesanti, vale a dire Alcamo, Marsala, Trapani e Mazara del Vallo che rientrano nella fascia fra 30.000 e centomila abitanti. Questo significa che i voti degli amministratori di questi comuni più grandi avranno un valore di ben cinque volte superiore a quelli dei comuni più piccoli come ad esempio Buseto Palizzolo, Poggioreale, Salaparuta e Vita.
Sindaci e consiglieri comunali, potranno votare tutti ad eccezione di quelli di Marsala e Favignana perché organismi in scadenza, avranno schede di colore diverso (per i comuni più grandi saranno verdi) e potranno godere del voto disgiunto. Non potranno votare gli assessori non eletti e quindi soltanto nominati dai primi cittadini. A presidenti delle ex province potranno candidarsi i sindaci mentre per i consigli provinciali, nel trapanese composto da soli 12 membri, saranno in corsa i consiglieri comunali.
Insomma un esercito in tutto di circa 500persone per soli tredici posti. Il centrodestra sta chiudendo il cerchio per la candidatura a presidente: in corsa ci sono Giuseppe Fausto, sindaco di Castellammare del Golfo, e Giovanni Lentini, primo cittadino castelvetranese. A giorni la coalizione dovrebbe fare sintesi su uno dei due nomi quello di Fausto, in quota Noi Moderati, sembra il più accreditato. Dall’altro lato il candidato per il centrosinistra potrebbe essere il sindaco di Trapani Giacomo Tranchida o la sindaca di Erice, Daniela Toscano, espressione dello stesso gruppo. cinque stelle, però, avrebbero esternato qualche mugugno e tutto quindi potrebbe ancora accadere.
Mazara del Vallo. La “Coperta della Pace” unisce donne musulmane e siciliane
Un simbolo di integrazione e dialogo culturale: così è stata definita la “Coperta della Pace”, realizzata a mano dalle donne musulmane del “Progetto Donna” e dalle donne siciliane dell’associazione “Palma Vitae” di Castelvetrano. La coperta, presentata alla Fondazione “San Vito Onlus” nasce nell’ambito del progetto “Intreccio di maglia”, con l’obiettivo di favorire l’inclusione e la condivisione attraverso il lavoro manuale. “Creare unione attraverso i laboratori e riscoprire antiche tradizioni, come il cucito a mano, è stato il cuore di questa iniziativa. Con questa coperta vogliamo lanciare un messaggio chiaro di pace”, ha dichiarato Giusy Agueli, responsabile di “Palma Vitae” e del “Progetto Donna”.
A guidare le partecipanti nella lavorazione della lana è stata Giovanna Triolo di Castelvetrano, che ha trasmesso la sua passione per il ricamo appresa dalla madre. Afef, Raja, Manel e Fathia, tra le donne musulmane coinvolte, hanno imparato a cucire con il punto legaccio, creando piccoli quadrati di lana poi assemblati fino a formare la coperta con la scritta “Pace”. L’incontro si è concluso con una festa che ha visto lo scambio di piatti tipici siciliani e del Maghreb, tra cui cous cous e dolci, alla presenza del presidente della Fondazione, Vito Puccio. L’iniziativa ha rappresentato un’occasione per “intrecciare” le esperienze di donne italiane e tunisine, promuovendo socialità e integrazione attraverso il lavoro a maglia. Studi scientifici dimostrano che questa attività, nota come “Knitting terapia”, ha effetti benefici sul corpo e sulla mente, riducendo stress e ansia grazie alla ripetizione dei movimenti. Il laboratorio si è svolto tra la sede della Fondazione a Mazara del Vallo e i locali ex Eca di Castelvetrano, sede di “Palma Vitae”, e ha offerto alle partecipanti un’opportunità di crescita e condivisione, rafforzando il legame tra culture diverse.
Aggredito agente penitenziario del carcere di Trapani, necessario trasporto in ospedale
Aggressione ai danni di un agente penitenziario da parte di un detenuto al carcere di Trapani. Per l’agente è stato necessario il trasporto in ospedale. Solidarietà da parte del segretario provinciale del Sinappe, Rocco Parrinello. «Questo episodio – denuncia il sindacalista – evidenzia in maniera chiara come a nulla siano valsi gli allarmi sulla necessità di rinforzare il contingente presente durante lo smistamento dei detenuti nelle varie attività giornaliere. Nell’ultimo mese è stata assegnata da altri istituti del distretto una quantità crescente e spropositata di detenuti problematici, impossibili da gestire senza un congruo personale e senza gli strumenti adatti a eventuali interventi contenitivi».