Un patrimonio di oltre tre milioni di euro, tra conti bancari e immobili, è stato sequestrato a Giovanni Luppino, fiancheggiatore e autista di Matteo Messina Denaro, arrestato con il boss, a Palermo, nel gennaio di due anni fa. Il provvedimento, eseguito dai finanzieri del comando provinciale di Palermo su disposizione del Tribunale misure di prevenzione di Trapani, è scattato dopo le ulteriori indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia. Luppino, arrestato il 16 gennaio 2023 nei pressi della clinica La Maddalena dove aveva accompagnato il capomafia, è stato già condannato in primo grado a 9 anni e 2 mesi di reclusione.
Secondo gli inquirenti, il campobellese, imprenditore agricolo, non si sarebbe limitato a fornire supporto logistico a Matteo Messina Denaro ma avrebbe avuto un ruolo attivo nel finanziamento della latitanza del boss castelvetranese. Infatti l’analisi dei flussi di denaro ha portato alla luce una rete di bonifici e assegni emessi da soggetti vicini a Messina Denaro in favore di Luppino. Per gli investigatori una chiara dimostrazione di un’attività di sostegno al boss di Castelvetrano. Il denaro sarebbe stato destinato al mantenimento del capomafia durante gli anni di latitanza.
L’operazione della Guardia di Finanza ha portato al sequestro di due società agricole attive nella coltivazione, lavorazione e conservazione di olio, frutta e ortaggi a Campobello di Mazara, la cittadina che ha fatto da covo alla latitanza di Messina Denaro. Sigilli anche per sette immobili, tre rapporti bancari e un’autovettura. Che Luppino non fosse un semplice autista si era intuito già il giorno dell’arresto di Messina Denaro. Nel suo portafogli, infatti, gli investigatori avevano trovato dei ‘pizzini’ con su scritto decine di numeri di telefono. Luppino, commerciante d’olio d’oliva, ha sempre negato di essere stato a conoscenza della vera identità del boss.