Sono stati completati a Favignana i lavori per la realizzazione del nuovo impianto di pubblica illuminazione della Strada Provinciale 39 Tre Croci – Punta Lunga. L’opera, eseguita dall’impresa Sofia Costruzioni S.r.l. di Agrigento, consentirà di migliorare la viabilità e la sicurezza stradale lungo una delle arterie più trafficate dell’isola, che collega il centro abitato al versante ovest.
Inchiesta formazione, “sistema rodatissimo”. Sospesi 5 consiglieri comunali
Due le ordinanze che hanno duramente colpito il gruppo politico che fa capo all’ex senatore alcamese Nino Papania, attualmente in carcere per un’altra inchiesta su scambio elettorale politico-mafioso. La prima del GIP Massimo Corelo del tribunale di Trapani e la seconda del Gip di Marsala, Annalisa Amato. In quest’ultimo provvedimento spuntano i consiglieri comunali di Marsala Michele Maurizio Accardi, Vanessa Titone e il navigato
Pino Ferrantelli; l’ex presidente del consiglio comunale di Custonaci, oggi consigliere di opposizione, Vincenzo Monteleone; il giovane consigliere comunale di Castelvetrano, Antonio Giancana, e Manfredi Vitello, ex componente, una decina di anni fa, del massimo consesso civico di Cinisi e vice-presidente di Cesifop, uno degli enti di formazione coinvolti. Per quest’ultimo, così come per l’alcamese Angelo Rocca e il marsalese Ignazio Chianetta, il GIP ha disposto gli arresti domiciliari. Stesso provvedimento per l’ex senatore Papania che comunque si trova già detenuto al carcere di Pagliarelli.
Secondo il Gip esisterebbe un concreto rischio che gli indagati, se non sottoposti a misura cautelare, potessero interferire sull’acquisizione e sulla genuinità delle prove. Infatti il gruppo avrebbe dimostrato di possedere un collaudato e ramificato sistema di predisposizione di false attestazioni.
Tramite un professionista, per il quale sta procedendo un’altra autorità giudiziaria, venivano sistemati i curricula delle persone che non avevano alcuni requisiti e che poi venivano regolarmente assunte. Insomma la formazione professionale e i relativi fiannziamenti europei venvano utilizzati da un alto per aumentare il consenso elettorale e dall’altro come una sorta di bancomat personale. Alla luce delle indagini e della grande mole di intercettazioni, il gip di Marsala ha quindi disposto gli arresti domiciliari per Nino Papania, il suo braccio destro Angelo Rocca, il marsalese Ignazio Chianetta e Manfredi Vitello di Cinisi. Ha anche vietato ai quattro di comunicare fra loro con qualunque mezzo o per interposta persona e disposto il divieto di dimora nei comuni di residenza per sei mesi a carico di Ferrantelli, Accardi, Titone e Monteleone. Immediata inoltre la decadenza dalla carica di consigliere comunale per i marsalesi Pino Ferrantelli, Maurizio Accardi e Vanessa Titone, per il custonacese Vincenzo Monteleone e per il castelvetranese Antonio Giancana.
‘Ruina’. Chiesti 78 anni di carcere, 20 per Pidone e 16 per Barone. Prosciolto Accardo
È stata definitivamente archiviata la posizione di Antonino Accardo, ex sindaco di Calatafimi/Segesta che, dopo il suo coinvolgimento nell’operazione Ruina rassegnò, nel dicembre del 2020, le dimissioni da primo cittadino. Le accuse a carico dell’ex sindaco sono decadute perché rivelatesi prive di fondamento. Intanto il processo ‘Ruina’ sta per arrivare a sentenza. Il verdetto è previsto per il prossimo 31 ottobre. Nella sua requisitoria il Pm della Procura di Palermo Pierangelo Padova ha chiesto complessivamente 78 anni di carcere per i tredici soggetti coinvolti. L’indagine, condotta dalla Squadra mobile di Trapani, ha fatto luce su un sistema di collusioni tra mafia e politica, con epicentro tra Calatafimi e i comuni circostanti. Tra le richieste di condanna più pesanti, spiccano i 20 anni per il boss di Calatafimi Nicolò Pidone e 16 anni per il dirigente comunale di Trapani Salvatore Barone. Quest’ultimo è accusato di avere favorito la famiglia mafiosa di Calatafimi, occupandosi di questioni economiche legate alla cantina Kaggera, che risultava coinvolta in operazioni illecite finalizzate al riciclaggio e alla gestione di affari economici. Tra gli altri imputati, il Pm ha chiesto 10 anni per Giuseppe Aceste e Stefano Leo, accusati di partecipazione a un’organizzazione mafiosa, mentre per Giuseppe Fanara e Leonardo Urso la richiesta è di 13 anni ciascuno. Le indagini, scaturite nell’operazione del 2020, hanno messo in luce una stretta connessione tra mafia, politica e affari, con particolare riferimento all’influenza della famiglia mafiosa di Vita, capeggiata da Calogero, e alla gestione delle attività economiche locali attraverso accordi pilotati. Martedì prossimo le arringhe degli avvocati difensori e giovedì 31 ottobre la sentenza.
M5S avvia incontri con ATI per ascoltare le esigenze dei sindaci del trapanese (Intervista)
Sono partiti proprio da Trapani gli incontri che il Movimento 5 Stelle ha predisposto con gli ATI idrici. Un modo, dicono i pentastellati, per dare voce alle istanze che giungono dai sindaci che ogni giorno affrontano l’emergenza idrica e la rabbia dei cittadini. “Nell’immediato – ha detto il coordinatore regionale 5 Stelle, Nuccio Di Paola – cercheremo di dare spazio a proposte e progetti concreti sulle reti idriche che giungono dai territori e dai sindaci facendo leva sulle risorse disponibili nella manovra di bilancio in discussione”. All’incontro di Trapani, presso la Sala Sodano di Palazzo d’Alì, ha partecipato anche la deputata regionale trapanese del M5S, Cristina Ciminnisi. Presenti il presidente dell’ATI e sindaco di Calatafimi Segesta, Francesco Gruppuso, e numerosi altri sindaci del territorio.
Marsala. “Favorirono latitanza”, scattano due condanne
Tribunale di Marsala ha condannato a tre anni di carcere ciascuno Giuseppe Armata e Nicolò Tardino, originari di Mazara del Vallo, accusati di avere favorito la latitanza del pregiudicato mazarese Vito Bigione, condannato a 15 anni di reclusione per associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti e catturato il 4 ottobre 2018 ad Oradea (Romania) nell’ambito di un’operazione internazionale coordinata dalla Dda di Palermo ed eseguita da Squadra mobile di Trapani, Sco, polizia romena e Interpol. A chiedere la condanna di Armata e Tardino (reato contestato: procurata inosservanza di pena) è stato il pm della Dda di Palermo Francesca Dessì. Nell’ottobre 2020, i due imputati condannati rimasero coinvolti in un’indagine della polizia che, per fare luce sulla rete dei presunti favoreggiatori di Bigione, effettuò perquisizioni a Mazara del Vallo, Bologna e Imola. Le indagini «sia di tipo tradizionale che di natura tecnica – spiegarono gli investigatori – hanno permesso di identificare un gruppo di persone, tra cui alcune del tutto insospettabili, che, in vari modi e con ruoli diversificati, avevano dato alloggio, favorito la fuga all’estero e fornito assistenza, economica e non, al latitante».
Truffa sul gasolio agricolo, indagato anche un partinicese di 35 anni
L’indagine è partita dalla procura di Catania, e non è la prima che dalla procura etnea raggiunge aziende e depositi di carburanti del palermitano e del trapanese. Fra gli indagati dell’organizzazione criminale che realizzava ingenti profitti vendendo su larga scala gasolio agricolo in tutta la Sicilia, evadendo Iva e accise, smantellata dall’operazione “Green diesel”, anche il partinicese Marco Lo Cascio di 35 anni. La Guardia di Finanza, in collaborazione con i funzionari dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, hanno condotto accertamenti mirati che da Catania hanno raggiunto anche la provincia di Palermo.
Sono 14 le misure cautelari applicate e 15 gli indagati. Le accuse riguardano: associazione a delinquere, sottrazione fraudolenta all’accertamento e al pagamento delle accise su prodotti energetici, emissione di fatture per operazioni inesistenti, frode in commercio e autoriciclaggio. Le indagini hanno svelato un gruppo criminale che operava su vasta scala in tutta la Sicilia. L’organizzazione era specializzata nella commercializzazione di grossi quantitativi di gasolio agevolato per uso agricolo, evadendo l’Iva e le accise. Questo prodotto, destinato all’agricoltura, beneficia infatti di un’aliquota Iva ridotta al 10% rispetto al 22% ordinario e di accise inferiori di 50 centesimi al litro. Costi nettamente inferiori rispetto ai normali prezzi di mercato. Il sistema di frode prevedeva l’acquisto di gasolio agricolo da parte delle società “G & G s.r.l.” di Palermo e “D.I. Marte Petroli” di Catania che poi veniva destinato a usi soggetti a maggiore imposta, come l’autotrazione, e quindi con ingenti guadagni.
Le indagini hanno ricostruito un sistema in cui la società palermitana, dopo aver acquistato il gasolio agevolato, lo cedeva a una società “cartiera” priva di deposito e struttura organizzativa. Poi veniva rivenduto in nero come gasolio da autotrazione, a prezzi concorrenziali. Inoltre, la G&G, per abbattere i ricavi e il debito Iva derivanti dalle vendite fittizie riceveva fatture per operazioni inesistenti da “Fast Fuel S.r.l.” e “Gold Black S.r.l.”, gestite dal partinicese Marco Lo Cascio, 35 anni, e Giuseppe Pietro La Quatra, di 34 anni.
Cresce l’export nel trapanese, + 13 milioni nel secondo semestre del 2024
Trapani sta conoscendo un florido periodo di rilancio economico soprattutto sui mercati internazionali. Secondo i dati elaborati dall’Osservatorio economico di Unioncamere Sicilia, l’export della provincia di Trapani continua a crescere: nel secondo trimestre di quest’anno le imprese hanno venduto all’estero merci per un valore di 125,8 milioni, in notevole aumento rispetto ai 112,3 milioni dello stesso periodo dell’anno scorso; e hanno importato beni per 187,4 milioni, in aumento di 26 milioni rispetto ai 161,8 milioni di marzo-giugno 2023. “Segno – commenta Pino Pace, presidente di Unioncamere Sicilia e commissario straordinario della Camera di commercio di Trapani – di una grande vivacità che fa perno non solo sulla qualità delle eccellenze del territorio, ma anche sugli investimenti in tecnologie, innovazione, nonché su quelli avviati per rafforzare le infrastrutture portuali, aeroportuali e ferroviarie”.
E proprio per rafforzare e rendere stabile questa crescita dell’export le imprese del Trapanese saranno al centro di un incontro, domani, 18 ottobre, alle ore 9,30, presso la Camera di commercio di Trapani, in Corso Italia, 26, con l’assessore regionale alle Attività produttive, Edy Tamajo, nell’ambito del Road show per l’internazionalizzazione del sistema delle imprese siciliane organizzato dallo Sportello Sprint della Regione siciliana. “A Trapani – spiega l’assessore Edy Tamajo – abbiamo l’occasione di confrontarci con le imprese di un territorio che ha sempre mostrato una grande capacità di adattamento e innovazione. Il governo Schifani, insieme al mio assessorato, sta lavorando per sostenere il rilancio economico della Sicilia, e incontri come questo sono fondamentali per ascoltare le esigenze degli imprenditori e trovare soluzioni che rispondano alle loro necessità. La collaborazione con Unioncamere Sicilia – aggiunge Tamajo – ci permette di monitorare da vicino le tendenze e i bisogni del tessuto produttivo locale. Siamo consapevoli che il nostro impegno deve concentrarsi nel fornire strumenti concreti che facilitino la crescita, l’innovazione e l’occupazione, con particolare attenzione ai settori strategici che fanno della Sicilia un punto di riferimento, non solo a livello nazionale, ma anche internazionale”.
Colombaia di Trapani. Marrocco: “Inizio imminente dei lavori da 27 milioni”
“Siamo ormai ad un passo dall’inizio dei lavori finanziati con il PNRR che vedranno il recupero totale dell’intero Castello della Colombaia, simbolo non solo storico per l’intera comunità trapanese ma anche culturale per tutta la regione Sicilia.” Lo afferma Livio Marrocco, Presidente dell’Istituto di Studi Economici e Sociali Nova Civitas ed ex deputato regionale. “I 27 milioni stanziati con il PNRR sono frutto di un impegno continuo e costante, silenzioso, che inizia con l’Assessore Samonà – dice Marrocco – ed è proseguito con Scarpinato”. “Come presidente di Nova Civitas, che ha adottato la Colombaia come suo logo distintivo, sono particolarmente orgoglioso di questo risultato. Abbiamo lavorato per difendere questo simbolo da sempre, fin dal 2010 quando feci finanziare la sua messa in sicurezza”. In concomitanza con l’avvio dei lavori, Nova Civitas insieme a l’Ente di Istruzione e Formazione Professionale Futura con il contributo dell’Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana terrà un ciclo di conferenze dal titolo “Colombaia, libro di pietra”. Incontri, rivolti a scuole e associazioni locali, mirano a condividere le nuove scoperte effettuate sul Castello della Colombaia e a discutere le problematiche e le potenzialità legate al suo recupero. Il programma prevede presentazioni illustrate tenute da esperti, tra cui l’Arch. Giovanni Vultaggio, autore di recenti pubblicazioni sulla Colombaia, oltre a momenti di interazione con il pubblico. “Invito tutte le realtà del territorio – ha concluso Livio Marrocco – a partecipare a questi importanti momenti di conoscenza e confronto sul futuro di uno dei simboli più preziosi della nostra città e della nostra regione”.
Il Consilio comunale di Alcamo annulla delibera su immobili abusivi
Il consiglio comunale di Alcamo, un solo a astenuto dei 16 presenti, ha annullato d’ufficio la delibera consiliare del 24 aprile 2014 nella parte in cui sottrae gli immobili alla demolizione per destinarli a finalità di interesse pubblico. La delibera è stata contestata dalla Procura della repubblica di Trapani con note inviate al Comune, sia con una sentenza della Cassazione penale del 2022 che di fatto hanno sancito la illegittimità della delibera che fu adottata dal consiglio comunale 10 anni fa. Si tratta di 54 immobili già acquisiti al patrimonio del Comune che non contrastano con rilevanti interessi urbanistici da destinare a finalità pubbliche. Ma queste finalità non sono state perseguite. Le case abusive interessate a questa delibera sono distribuite a macchia di leopardo su tutto il territorio soprattutto nelle contrade Canalotto, Calatubo, Palmeri, Maruggi, Alcamo Marina, Modica, Faranda, Valle Nuccio, Scampati e Vitusi. Ieri sera il consiglio comunale ha approvato una serie di emendamenti con la quale autorizza l’ufficio tecnico ad analizzare pratica per pratica come da sentenza della Cassazione. Invece nell’aprile 2014 erano state approvate tutte in blocco. L’abusivismo edilizio ha caratterizzato quasi tutto il territorio alcamese tanto che con le varie sanatorie sono stata presentate oltre 12 mila domane. Ne restano da esitare circa 4 mila e 500. L’esame è ripreso dopo oltre un anno e mezzo con l’affidamento delle pratiche a sei tecnici privati. Intanto alla Regione è tornata alla ribalta la proposta di Fratelli d’Italia per una sanatoria agli immobili costruiti a meno di 150 metri dalla battigia