Ospedale di Alcamo, lettera aperta del sindaco

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Sono state numerosissime le proteste per la paventata chiusura dell’ospedale di Alcamo, ma nonostante le diverse iniziative portate avanti da esponenti politici e gente comune, lo smantellamento dei reparti è andato avanti inesorabile negli anni ed è sopraggiunta ormai una sorta di rassegnazione.

Adesso il sindaco di Alcamo Sebastiano Bonventre è intervenuto sulla spinosa questione con una lettera aperta:

“Nel riconoscere certa eccellente competenza e professionalità al management dell’ ASP di Trapani, nell’ammettere che purtroppo alcuni orientamenti di scelta da esso in procinto di essere attuati in tema di politica sanitaria territoriale relativamente al futuro destino dell’Ospedale di Alcamo sono legati ad accordi finora vincolanti sottoscritti in passato, non posso sottacere il fatto che questa eventualità che prevede appunto la trasformazione dell’attuale Pronto Soccorso in Punto Territoriale di Emergenza, il ridimensionamento se non addirittura la scomparsa di alcuni Reparti clinici in questo ancora allocati ed il depotenziamento in ordine a risorse tecnologiche e di personale appare essere , in quanto applicata ad una struttura dal bacino di utenza intercomunale di oltre 80000 persone e di circa 100000 almeno in estate, motivo di fortissima preoccupazione per le sicure ricadute negative sulla qualità dell’assistenza sanitaria su un territorio di tale vastità e complessità.

L’articolo 32 della nostra Costituzione Repubblicana riconosce la salute come un diritto fondamentale e tale diritto non dovrebbe essere difformemente garantito sul territorio nazionale, regionale e tantomeno provinciale particolarmente nel trapanese ove le scelte in tema di distribuzione degli ospedali da mantenere in efficienza appaiono legate più a considerazioni di ordine politico in virtù della preesistente collocazione di altri nosocomi sul territorio e di più recente costruzione che a logiche di effettiva valutazione socio-economica di esigenze territoriali, di viabilità e bacino di utenza.

Questo evidente e pericoloso errore compiuto in passato dai vertici regionali va immediatamente corretto con la modifica del decreto di rimodulazione della rete ospedaliera relativamente al territorio trapanese e pur non assumendo alcun atteggiamento campanilistico di bottega  né alcuna pregiudiziale relativamente alla possibile interconnessione funzionale tra divisioni cliniche poste in strutture vicine con caratteristiche di complementarità, si ritiene totalmente non idonea alle basilari esigenze di salute del territorio dei comuni di Alcamo, Castellammare del Golfo e Calatafimi Segesta quantomeno, per non citare anche Camporeale, Trappeto  e Balestrate appena fuori provincia, questa determinazione assessoriale così vigente.

Da docente universitario di ruolo della Facoltà Medica di Palermo, quindi da persona dotata di seppure minima competenza scientifica in ordine all’argomento, mi riesce difficile comprendere cosa si intenda per semplice stabilizzazione di un infarto miocardico o di un ictus cerebrale da trattare successivamente in altro ospedale distante 50 Km quando i più moderni protocolli clinici impongono, dimostrandone l’assoluta efficacia peraltro, alcune procedure da praticare in ambiente idoneo entro 30 minuti e non oltre e comunque con outcome tanto più favorevole quanto più precoce la terapia; mi viene difficile ipotizzare un sereno efficace trattamento di una rottura di milza allorchè il sangue eventualmente trasfuso è sempre inferiore al sangue che fuoriesce dalla lesione con gravissimi problemi di ordine cardiocircolatorio conseguenti in assenza di intervento chirurgico iniziato entro i trenta minuti dal trauma. E potrei continuare sulla illogicità di non avere un presidio ortopedico, o rianimatorio vero o pediatrico o ginecologico se non proprio ostetrico in un simile ambito territoriale.

Quante ambulanze di tipo A si intenderebbero dislocare contestualmente h 24 sul territorio afferente al presidio alcamese con una popolazione ed un territorio di riferimento tanto vasti?

A quale tipologia di personale verrebbe affidata la gestione delicatissima di un PTE, e quanti di loro sarebbero per ogni turno in servizio contestualmente stante l’esplicita previsione nella modulazione di un PTE appunto del dovere del  medico di accompagnare gran parte dei pazienti presso il PS più vicino?  Con quale competenza ed esperienza verranno scelti e/o  formati  costoro considerata la probabilissima assenza di rianimatori poiché non espressamente previsti in questa tipologia assistenziale?

Il territorio non subirà questo passivamente e lo farà sia con mobilitazioni popolari che attraverso la richiesta di immediata convocazione di un tavolo tecnico regionale, contando senza dubbio sul razionale sostegno della stessa dirigenza dell’ASP 6, e si attiverà ancora con determinazione maggiore per addivenire rapidamente alla costruzione del nuovo Ospedale di Alcamo le cui modalità progettuali e finanziarie appaiono per gran parte definite e le procedure esecutive ormai non più derogabili.