Ortopedia chiusa, proteste a Villa Sofia di Palermo

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L’ultimo allarme dello sfascio della sanità in Sicilia viene dal Centro traumatologico ospedaliero di viale del Fante, che dipende dall’ospedale Villa Sofia di Palermo. Qui vengono ricoverati pazienti spesso provenienti anche dalla provincia di Trapani. La capacità di un governo si misura con i servizi che riesce a garantire e la sanità viene al primo posto. La vicenda dell’ortopedia è sintomatica della crisi della sanità. Liste di attese lunghissime, carenze di medici e ospedali. Carenza di medicine e chi se lo può permettere si rivolge ai privati. Tantissimi hanno rinunciato alle cure per le spese da affrontare. Sanità allo sbando. E alla Regione cosa fanno? Liti per la nomina dei manager. Addirittura Totò Cuffaro ha proposto di nominarli per sorteggio, metafora del fallimento e della incapacità dei politici di tutti i colori di garantire un welfare dignitoso.

A Villa Sofia non ci sono ortopedici e i pazienti trovano le porte dell’ambulatorio chiuso. Ma le carenze e le emergenze sono in tutti gli ospedali. Sabato è successo  gli utenti in fila dalle prime ore del mattino hanno trovato un cartello affisso con una comunicazione: “Si avvisano i signori pazienti che per motivi organizzativi le visite ambulatoriali odierne non verranno effettuate”. Ed è scoppiato il caos. Qualcuno in attesa da ore, dopo aver eseguito la radiografia, ha chiamato i carabinieri per denunciare la sospensione dell’attività. Qualcun altro era arrivato in ambulanza ed è tornato indietro, come raccontano i pazienti e i familiari rimasti fuori che hanno iniziato a protestare. Lo stop alle visite ambulatoriali è solo la prima avvisaglia della chiusura del reparto di Ortopedia per carenza di personale. Il primario Massimiliano Mosca si è dimesso per andare a lavorare nel privato. Con lui hanno lasciato l’incarico anche due specializzandi. Due chirurghi sono in procinto di andare in pensione e altri due sono esonerati dai turni e dall’attività di sala operatoria per problemi di salute. A pieno regime sono rimasti solo due medici, che non riescono a garantire i turni né in reparto né in ambulatorio. E a soffrire sono le persone che hanno bisogno di cure, ma questo sembra che alla politica importi poco