Operazione Squillo a Marsala

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Alle prime luci della giornata odierna, a Marsala, Erice, Mazara del Vallo e Genova, i Carabinieri della Compagnia di Marsala, coadiuvati da personale dell’Arma di Genova Portoria,  hanno dato esecuzione a 4 misure cautelari nei confronti di altrettanti soggetti marsalesi e colombiani, ritenuti responsabili, in concorso tra loro e con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, di induzione e favoreggiamento della prostituzione di varie donne di nazionalità straniera, emesse dal G.I.P. presso il Tribunale lilybetano: 2 sono le misure di custodia cautelare agli arresti domiciliari e 2 i divieti di dimora. Nel dettaglio i soggetti colpiti dai provvedimenti sono: IMPERIALE Salvatore, marsalese 48enne (arresti domiciliari); PETTERICO Leonardo, ericino 34enne (arresti domiciliari);BRUGNONE Salvatore, marsalese residente a Mazara del Vallo 69enne (divieto di dimora nel comune di Marsala); GIRALDO ORDONEZ Sandra Tatiana, colombiana 43enne (divieto di dimora nella Regione Sicilia).

L’indagine “SQUILLO”, condotta dalla Stazione Carabinieri di Petrosino sotto la guida del Lgt. Maurizio Giaramita, si sviluppa nell’ambito dell’attività di prevenzione e contrasto ai reati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione e prende il nome dalle modalità con cui i clienti entravano in contatto con le ragazze dedite all’attività del meretricio: le prostitute, infatti, utilizzavano inserzioni pubblicitarie su giornali a tiratura regionale, fornendo il proprio recapito telefonico ed il luogo dove incontrarsi, nel caso di specie a Marsala, all’interno di una villetta sita in contrada Fossarunza.

L’attività investigativa ha avuto inizio nel febbraio 2009 ed è terminata ad aprile dello stesso anno, traendo spunto  da un controllo eseguito dai militari dell’Arma di Petrosino, al fine di localizzare – appunto nella citata contrada – una casa di prostituzione gestita da IMPERIALE Salvatore.

Da quel momento è iniziata un’attività di indagine serrata, integrando le attività tecniche di intercettazione telefoniche e ambientali con servizi di osservazione sul territorio, da cui non solo si riuscivano ad ottenere elementi di prova che nell’abitazione si attuasse un’attività di induzione e favoreggiamento della prostituzione di ragazze straniere perlopiù sudamericane, ma soprattutto a delineare una vera e propria rete di supporto logistico, mettendo in evidenza i ruoli dei soggetti nella gestione delle attività illecite.

Le indagini svolte hanno scoperto che si trovava la disponibilità di case, se ne disciplinava il trasporto e il flusso dei clienti, si facevano le pubblicità sui giornali, si vigilava sulla sicurezza personale e si imponeva, riscuotendola, una percentuale sui guadagni.

 

L’attività secondo i Carabinieri in un primo momento è stato svolto a Marsala da IMPERIALE Salvatore e BRUGNONE Salvatore, coadiuvati da PETTERICO Leonardo; successivamente, in seguito a diverbi in merito alla suddivisione dei proventi illeciti e ad un controllo dei Carabinieri nella base operativa di contrada Fossarunza – nella disponibilità dell’IMPERIALE -, volto a riscontrare l’attività di intercettazione in corso, IMPERIALE e BRUGNONE hanno continuato i loro traffici in altre case del territorio marsalese mentre PETTERICO, con l’ausilio di GIRALDO ORDONEZ Sandra Tatiana, ha spostato i suoi interessi criminali nel capoluogo trapanese.

Interessante sottolineare il ruolo avuto dalla donna di nazionalità colombiana colpita dal provvedimento restrittivo: oltre ad esercitare l’attività del meretricio, infatti, veniva utilizzata – unitamente ad un’altra sua connazionale anch’ella colpita da una misura cautelare, ma allo stato irreperibile e per cui sono ancora in corso le ricerche finalizzate alla sua individuazione – per dirigere direttamente dall’interno le case di prostituzione e monitorare le altre ragazze che erano con lei. Non è infatti raro che donne che inizialmente si prostituiscono, acquisiscano un ruolo dirigenziale nel malaffare, permettendo di fatto ai veri sfruttatori di ricoprire una parte meno visibile, limitando i rischi di essere scoperti ed individuati da eventuali controlli delle forze dell’ordine.