Operazione “Scrigno”, 12 anni in appello per Carmelo Salerno. Era stato assolto in primo grado

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Era stato assolto in primo grado nel processo con rito abbreviato, oggi la condanna in appello a 12 anni di reclusione per Carmelo Salerno, capo mafia di Paceco, coinvolto nell’operazione antimafia “Scrigno”. L’indagine, condotta tre anni fa dai Carabinieri di Trapani in sinergia con la Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, provocò un vero e proprio terremoto politico in tutte la provincia trapanese per il coinvolgimento di noti nomi della politica locale, tra i quali quello di Paolo Ruggirello, ex deputato regionale e Franco Orlando, ex consigliere provinciale del PSI di Trapani. Un forte ed invariato intreccio quello tra la mafia e la città di Trapani sopravvissuto a distanza di vent’anni dalla cattura del boss Vincenzo Virga da sempre coadiuvato dai suoi fratelli, Pietro e Francesco.

Considerato un soggetto pericoloso, subito dopo l’assoluzione e quindi la scarcerazione di Salerno, le nuove indagini, ricominciate a parte da marzo 2021, hanno confermato la persistenza di rapporti tra il boss pacecoto e Gianni Gianfranco, arrestato negli anni ’90 per associazione mafiosa, con i fratelli Virga, Pietro e Francesco, Ruggirello e Pietro Cusenza, uomo d’onore di Paceco. Il Procuratore Generale, Carlo Manzella aveva chiesto in appello dieci condanne per complessivi centodieci anni di carcere, adesso la sentenza che ha condannato lo stesso Carmelo Salerno a 12 anni di reclusione. Pene più severe a quelle richieste in primo grado per Pietro Virga, condannato a 19 anni e quattro mesi e  il fratello Francesco a 16 anni e otto mesi di reclusione.

Condanna elevata a 12 anni e 8 mesi per Franco Orlando, ex consigliere provinciale del PSI di Trapani, 5 anni e 4 mesi per Michele Martines e 3 anni per Francesco Russo: per quest’ultimo, insieme a Jacob Stelica, è stata dichiarata la sospensione condizionale della pena; non accolta la richiesta di condanna per il professore Franco Todaro e per Tommasa Di Genova, già assolti in primo grado. L’altro “troncone” del medesimo blitz è ancora in corso davanti al Tribunale di Trapani nel processo in cui è imputato anche l’ex deputato regionale Paolo Ruggirello, accusato di associazione mafiosa.