Omicidio Luriano, niente aggravanti e niente ergastolo. Condanna a poco meno di 15 anni

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Niente premeditazione, niente futili motivi ma sconto di un terzo della pena previsto dal rito abbreviato. Il partinicese Nazareno Monte è stati quindi condannato a 14 anni e 10 mesi per l’omicidio dell’88enne Leonardo Lauriano, ucciso con una sessantina di coltellate. Il cadavere dell’anziano partinicese, molto noto per la sua lunga attività noleggio con autista, venne ritrovato nel suo garage di via Marconi, in un lago di sangue, il 5 novembre del 2021. La sentenza è stata emessa nel tardo pomeriggio di ieri, dopo ben dodici ore di camera di consiglio, dalla seconda sezione della corte d’assise di Palermo. I giudici hanno quindi ritenuto insussistenti le aggravanti (premeditazione e futili motivi) a carico del 75enne Nazareno Monte. L’imputato – difeso dall’avvocato Salvatore Causarano del Foro di Roma – si è sempre professato innocente ed ha raccontato di aver visto un uomo entrare in quel garage. I giudici, però, non gli hanno creduto ed hanno invece ritenuto fondate le prove dell’accusa, rappresentata dai sostituti procuratori Alfredo Gagliardi e Renza Cescon. PM che però avevano chiesto l’ergastolo. La Corte, presieduta da Vincenzo Terranova, oltre alla condanna a poco meno di 15 anni per Monte ha pure riconosciuto provvisionali per un totale di quasi 50 mila euro ai parenti della vittima, una nipote e una sorella di Lauriano, costituitisi parte civile tramite gli avvocati Antonio Ficarra e Nicola De Gaetano.

Dietro all’omicidio dell’anziano partinicese, secondo l’accusa, ci sarebbe una questione di denaro, in particolare la richiesta di un prestito di 53 mila euro avanzata da Monte a Lauriano. In questa maniera il 75enne si sarebbe potuto riprendere la sua casa che per un debito aveva perso ed era finita all’asta. L’accusa ha ricostruito l’efferato omicidio grazie alle immagini riprese da alcune telecamere che avevano inquadrato anche l’auto dell’imputato vicino al garage. L’imputato durante l’udienza preliminare aveva chiesto di essere processato con il rito abbreviato, ma inizialmente – visto che la Procura gli contestava due aggravanti – l’istanza era stata respinta. Monte era stato così rinviato a giudizio, ma al termine del dibattimento la difesa era riuscita a dimostrare che non avrebbe agito né con premeditazione né per futili motivi. Venendo così meno le aggravanti i giudici hanno quindi applicato lo sconto sulla pena previsto dall’abbreviato.