Nuovo sequestro al “Berlusconi di Dattilo”, Cassazione aveva annullato confisca

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Michele Mazzara

A pochi giorni dall’annullamento in Cassazione, per un difetto di forma, della confisca di primo grado, la polizia della Divisione Anticrimine della Questura e i Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria hanno sequestrato nuovamente i beni al “Berlusconi di Datilo” il sessantenne Michele Mazzara, alla moglie Giuseppa Barone e all’imprenditore Francesco Nicosia, 65 anni ritenuto prestanome di Mazzara, tutti e tre sorvegliati speciali con obbligo di soggiorno. Poliziotti e Fiamme Gialle hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro urgente emesso dal Tribunale di Trapani, a seguito di una proposta per l’applicazione di misure di prevenzione personali e patrimoniali avanzata dalla Procura della Repubblica di Palermo.

Ammonta a poco meno di 20 milioni di euro il patrimonio nuovamente sequestrato: l’hotel Panoramic di San Vito Lo Capo già in amministrazione giudiziaria, 5 villette, 54 terreni agricoli, 7 autovetture, tre autocarri, 2 motocicli, 41 mezzi agricoli, 3 imprese edili e una impegnata nell’attività ricettiva (tutte con i relativi compendi aziendali), 8 conti correnti bancari di varia natura. Michele Mazara, arrestato una prima volta per associazione mafiosa nel 1997, nel 2012 venne coinvolto nell’operazione Eden che colpì gli esponenti di cosa nostra ritenuti molto vicini a Matteo Messina Denaro.

Da coltivatore in pochi anni Michele Mazara era diventato un ricco imprenditore del settore agricolo ma anche di quelli edile e alberghiero.  Grazie ad alcuni prestanome, il pacecoto di Dattilo aveva accumulato un immenso patrimonio immobiliare, con l’acquisto di ettari di terreno. Nonostante questo le sue dichiarazioni dei redditi al fisco erano pressoché inesistenti. Il suo patrimonio venne confiscato nel giugno del 2015, recentemente liberato dalla Cassazione ed ora nuovamente sottoposto a sequestro urgente.