“No” alla stabilizzazione dei precari Covid 19. Protesta dei comitati

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Erano stati assunti in centinaia, a partire dal 2020, per contribuire al contrasto dell’emergenza Covid 19, impegnati a gestire, al pari di medici ed infermieri, un carico di lavoro abnorme nei centri vaccinali, nelle Usca e nei Dipartimenti di prevenzione anche in assenza di formazione pregressa. Oggi, a distanza di due anni, il Governo nazionale dice “no” alla possibilità di stabilizzare, tramite selezione per titolo o colloquio, lo stesso personale amministrativo e tecnico reclutato in Sicilia per l’emergenza pandemica: una scelta che va in contrasto con quanto deciso dallo stesso esecutivo proprio un anno fa, in relazione alla stabilizzazione di medici, infermieri ed Oss, anche questi reclutati per la stessa ragione, ma con prospettive di lavoro del tutto diverse.  A differenza di questi ultimi, infatti, gli amministrativi non hanno un contratto di lavoro a tempo determinato, ma solo incarichi di lavoro autonomo o co.co.co, non godono di ferie, malattie, permessi o festività e, ciononostante, vengono trattati al pari dei lavoratori dipendenti e degli stessi colleghi del comparto sanitario i quali, grazie ad una legge nazionale ad hoc (l. 27/2020), verranno stabilizzati senza dover affrontare alcun concorso pubblico o selezione.

A sigillare questo diverso trattamento tre le due categorie è però il Consiglio dei Ministri che ha impugnato la legge dell’Ars Sicilia nella parte in cui si prevedeva la possibilità, a seguito di selezione per titolo e/o colloquio, di stabilizzare il personale assunto dalle Aziende Sanitarie siciliane, da tempo in sofferenza per la carenza di organico: un impegno incessante che comprendeva non solo la campagna di vaccinazione, ma anche le varie attività di tracciamento fino all’assistenza domiciliare necessaria per coloro che, avendo contratto il virus,  non potevano lasciare il proprio domicilio. “Sentiamo il peso dell’indifferenza da parte di chi ha il potere di non rendere vano l’impegno da noi profuso durante questi mesi difficili – dichiara il coordinamento regionale dei professionisti delle Asp siciliane. Per risolvere l’impasse basterebbe una modifica alla legge nazionale (l. 234/ 2021) per includere anche gli amministrativi”.