NIente più fondi all’Anas

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    l ministero dell’Economia non accredita più fondi all’Anas e, a cascata, non vengono più pagati lavori eseguiti da General contractor, imprese affidatarie e subappaltatrici.

    Il problema, che è di livello nazionale, in Sicilia si traduce in un danno economico di oltre 100 milioni di euro e riguarda sia le maggiori opere stradali in corso nell’Isola (lavori sulla Ss 640 di Porto Empedocle, sulla Ss 117 “Centrale sicula”, sulla SS 124 “Siracusana” e sulla Ss 189 “della Valle del Platani”) che numerosi altri interventi di minore entità.

     

     

    A denunciarlo è Salvo Ferlito, presidente regionale di Ance Sicilia, che annuncia: “Contatteremo il ministero. In assenza di risposte, dal prossimo 27 luglio le nostre aziende saranno costrette a chiudere tutti i cantieri e a licenziare il personale. Una serrata obbligata, perché la prolungata crisi del settore ha prosciugato i capitali d’impresa e nessuno è più in condizione di indebitarsi ulteriormente con le banche per pagare stipendi e fornitori”.

     

     

    Da Roma, però, arrivano anche notizie positive per il futuro. Il Cipe, tra la fine del 2011 e l’anno in corso, con delibere pubblicate sulla Gazzetta ufficiale, ha stanziato 10,719 miliardi di euro per 934 opere al Sud.

    Secondo la ricognizione condotta dal ministro per la Coesione territoriale, Fabrizio Barca, e dall’Ance nazionale, la Sicilia può contare su una dotazione di 2,395 miliardi di euro tra fondi Fas e strutturali per finanziare 131 interventi, così divisi: 13 infrastrutture di trasporto per 1,197 miliardi; 11 progetti di ricerca per 88,8 milioni; 11 interventi contro il rischio idrogeologico per 12,8 milioni; e 96 impianti idrici, di depurazione e discariche per 1,096 miliardi di euro.

    Infine, l’Ance Sicilia valuta positivamente la decisione del governo Monti di ricondurre sotto un’unica cabina di regia nazionale la gestione dei fondi per il “piano nazionale delle città”. L’Isola, secondo quanto stima l’Ance Sicilia, potrà finalmente puntare ad attivare, scavalcando gli ostacoli della burocrazia regionale, 230 milioni non utilizzati e ancora disponibili sull’asse “Sviluppo urbano” del Po Fesr 2007-2013 e buona parte dei fondi (1,6 miliardi di euro) della Cassa depositi e prestiti.

     

    “Dialogheremo – dichiara Salvo Ferlito – con tutte le amministrazioni comunali, e le stimoleremo a contattare direttamente la cabina di regia nazionale per proporre, in sinergia con le imprese private, ‘patti per le città’ capaci di indirizzare le risorse sulla manutenzione, la messa in sicurezza e la valorizzazione del patrimonio immobiliare esistente e sul recupero ambientale del territorio, cioè quella che noi definiamo la ‘rigenerazione urbana’: bonifica e recupero di aree dismesse, spazi pubblici, rilancio delle periferie e dei centri storici per una migliore qualità della vita, a misura d’uomo”.