Morto operaio ad Erice dopo 15 giorni di agonia. Fillea Cgil: “Serve formazione. Da istituire omicidio sul lavoro”

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Dopo quindici giorni di agonia, si è spento a Palermo, Michele Lipari, operaio di 42 anni, vittima dell’infortunio sul lavoro accaduto lo scorso 27 gennaio in via Filippo Corridoni, a Erice Casa Santa. L’uomo, insieme ad un collega, si trovava su un ponteggio, intento a smontare un ascensore da uno stabile quando, improvvisamente, la struttura ha ceduto facendolo precipitare di sotto. L’altro collega sarebbe rimasto vivo, perché, imbracato. Lipari, dopo essere stato trasportato all’ospedale “Sant’Antonio Abate” di Trapani per una frattura dell’anca e del gomito, era stato trasferito d’urgenza al Civico di Palermo e lì ricoverato per 15 giorni, fino al tragico epilogo.

“Quanto accaduto all’operaio di Erice – hanno dichiarato il segretario generale della Uil Trapani Tommaso Macaddino e il segretario Feneal Uil Trapani Giuseppe Tumbarello – ci induce a chiedere alle istituzioni preposte, maggiori controlli. La sicurezza va garantita sempre”. Il numero dei morti sul lavoro in Italia è agghiacciante: se ne contano più di mille solo nel 2022 e le denunce di infortunio, presentate all’Inail tra gennaio e novembre scorso, superano le 650 mila. Anche in Sicilia, la situazione non è delle migliori: sono stati 50 i morti sul lavoro nei primi dieci mesi del 2022. I dati provengono dall’Osservatorio Vega Engineering che, sulla base dei rilevamenti Inail, ha indicato la Sicilia tra le regioni arancioni, cioè tra quelle a medio rischio. La provincia in cui sono avvenuti più decessi lo scorso anno è quella di Catania, seguita da Palermo, Siracusa e Trapani: quest’ultima, che ha contato 5 morti lo scorso anno, si classifica al trentaseiesimo posto in relazione all’indice di incidenza sugli occupati.

“In Sicilia – ha affermato Gaspare Giaramita, segretario Fillea CGIL Trapani – avvengono in media tre morti al giorno sul lavoro.  Riteniamo necessaria la formazione per i lavoratori di tutti i settori. L’edilizia è una delle poche categorie che offre formazione preventiva gratuita ai lavoratori, ma deve essere estesa a tutte le categorie. La Fillea Cgil nazionale – conclude Giaramita – ha proposto una patente a punti per le aziende che non rispettano le norme sulla sicurezza del lavoro e l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro”.