‘Milotta Group’, annullata interdittiva alla Lecofer. Restano gli arresti

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Hanno ripreso regolarmente le loro attività le aziende del gruppo Milotta finiste al centro di una vasta operazione della Guardia di Finanza che, dieci giorni fa, aveva portato all’arresto dell’imprenditore alcamese, Gianfranco Milotta, e del suo consulente Salvatore Città. Il collegio difensivo dell’azienda, composto dall’avvocato Enzo Catanzaro e da alcuni tributaristi del foro di Palermo, hanno infatti ottenuto l’annullamento dell’interdittiva per la Lecofer che ha quindi riaperto i battenti. L’inchiesta dei finanzieri avrebbe scoperto una vastissima mole di fatture emesse per operazioni inesistenti. Coinvolte aziende e imprenditori anche di Verona, Brescia e Pordenone, nonché una lunga serie di società cosiddette cartiere, cioè appositamente istituite per emettere fatture, dislocate in varie parti della Sicilia (pure ad Alcamo, Castellammare del Golfo, Partinico e Carini) e in altre regioni d’Italia. Il fulcro degli imbrogli fiscali, secondo gli inquirenti, erano proprio l’alcamese Milotta e il bagherese Città che avrebbero con leggerezza individuato alcuni prestanome in figure poco credibili: un barbone senza fissa dimora, un operaio e un disoccupato.

L’imprenditore alcamese resta per il momento agli arresti domiciliari perché dall’annotazione redatta dalla Guardia di Finanza il 24 novembre dello scorso anno si evince la sussistenza dì fondati motivi per ritenere che Gianfranco Milotta stesse ancora reiterando condotte illecite della stessa natura e traendo un profitto dì rilevante entità. Il collegio difensivo del gruppo aziendale alcamese sta studiando attentamente la corposa documentazione e nel frattempo ha presentato ricorso al tribunale del Riesame per ottenere l’alleggerimento della misura in favore del 46enne. La vasta operazione, oltre alla Lecofer, azienda di commercio all’ingrosso di metalli ferrosi, che ha subito un sequestro di oltre due milioni e mezzo di beni per la responsabilità amministrativa nel profitto dei reati di riciclaggio e uso di fatture false, ha riguardato anche la Lavorfer, azienda del Milotta Group che si occupa di fabbricazione di strutture e parti metalliche, con un sequestro di beni, per equivalente ai profitti illeciti, pari a 6.642.000 euro. La sede della Lavorfer, secondo le Fiamme Gialle e la procura, sarebbe stata trasferita a Minsk, in Bielorussia, ma soltanto fittiziamente.