Un’organizzazione criminale italo-tunisina che gestiva viaggi di “lusso” per migranti tra Capo Bon, penisola che dalla Tunisia si estenda verso la Sicilia, e le coste della provincia di Trapani su gommoni superveloci. Fra gli extracomunitari trasportati anche ingenti quantità di sigarette di contrabbando. L’operazione ‘Skorpion Fish’ venne messa a segno da DDA e Guardi di Finanza il 2 giugno del 2017 ma adesso due delle persone coinvolte, i fratelli e pescatori marsalesi Angelo e Salvatore Allegra, di 53 e 59, sono finiti in carcere. Erano già stata sottoposti ai domiciliari. I carabinieri del NORM di Marsala, con il supporto del 12 Reggimento “Sicilia” li hanno arrestati e condotti al carcere di san Giuliano a Trapani. Dovranno infatti terminare di scontare 6 anni di reclusione per associazione per delinquere, immigrazione clandestina e contrabbando di tabacchi lavorati esteri.
La vicenda risale ad alcuni episodi tra il 2017 ed il 2018 quando un’organizzazione italo-tunisina, di cui facevano parte i due Allegra, aveva avviato ‘traversate’ di lusso su gommoni veloci e confortevoli utili non soltanto al traffico di migranti ma anche di sigarette. Le imbarcazioni avevano la loro base in un porticciolo turistico che sorge, a Marsala, di fronte al quartiere popolare di Sappusi. Viaggi a basso rischio e a prezzi molto alti (fino a 3 mila euro a persona) per piccoli gruppi di extracomunitari che, arrivati sulle coste siciliane, potevano anche usufruire di un’organizzata logistica. Venivano infatti prelevati dai gommoni e portati in abitazioni riservate dove potevano rifocillarsi, lavarsi e ricevere anche vestiti nuovi. Il processo aveva portato a sei condanne e altrettante assoluzioni. Nel gruppo dei primi i fratelli marsalesi e pescatori Angelo e Salvatore Allegra nonché una donna fiorentina compagna di uno scafista; tra gli assolti il trapanese Giovanni Manoguerra, il menfitano Pietro Bono e il marsalese Michele Graffeo.