Mense scolastiche, controlli NAS nelle aziende. Irregolarità nel 33% dei casi

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Serrata campagna di controlli, a livello nazionale, messa a seno dai carabinieri del NAS e finalizzata alla verifica dei servizi di ristorazione e delle imprese assegnatarie della gestione delle mense presso gli istituti scolastici. I miliari del comando carabinieri per la Tutela della Salute, di concerto con il Ministero della Salute, hanno proceduto ad una serie di attività anche nei territori delle province di Trapani, Palermo e Agrigento.

Nel corso dei controlli sono state ispezionate 34 aziende di ristorazione collettiva operanti per le mense scolastiche di ogni ordine e grado ed a conclusione delle attività ispettive sono state accertate irregolarità in 11 strutture, vale a dire il 33% di quelle ispezionate.  Sono state quindi segnalate alle competenti autorità amministrative 12 persone e contestate 21 sanzioni per un valore complessivo di circa 8.500 euro.

Nel corso degli interventi sono stati altresì sequestrati più di due quintali di alimenti irregolari, per la mancata tracciabilità sull’origine nonché eseguiti provvedimenti di sospensione dell’attività nei confronti di 3 aziende, una in un piccol centro del palermitano e due in provincia di Agrigento.

La maggioranza delle infrazioni rilevate dai NAS ha riguardato carenze strutturali e impiantistiche dei locali e delle attrezzature destinati alla preparazione dei pasti; mancata attuazione delle procedure di autocontrollo; assenza di tracciabilità degli alimenti con uso di materie prime di cui non era possibile identificare l’origine (elementi essenziali per individuare e contenere possibili casi di intossicazione causati dal consumo di alimenti nocivi o pericolosi nelle mense scolastiche).

In provincia di Trapani, negli ultimi mesi, stati tanti i casi segnalati di cattiva qualità del cibo servito nelle scuole. Il più clamoroso si verificò proprio ad Alcamo quando, lo scorso mese di ottobre, più di duecento, fra alunni e insegnanti, accusarono disturbi gastro-intestinali. In tanti intasarono gli ambulatori pediatrici e si recarono anche al pronto soccorso del ‘San Vito e Santo Spirito’.

Le successive analisi disposte dall’ASP evidenziarono poi la presenza di escherichia-coli nell’acqua utilizzata dalla azienda trapanese che effettuava il servizio nelle scuole. Da lì la rescissione unilaterale del contratto e l’assegnazione, dopo circa tre mesi, a una ditta i Castelvetrano.