‘Mangione’ di Alcamo, buco di circa due milioni. Commissario scrive a sindaco e banca

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Un debito complessivo, accumulato nel corso degli anni, di circa un milione 800mila euro. La situazione finanziaria della storica IPAB Mangione è in grande sofferenza ma negli ultimi tempi, con alcuni contratti di affitto e altre attività di patrimonializzazione, gli esercizi annuali sono bene o male in parità. Il problema sta nel recupero del pregresso, di una situazione che comunque accomuna moltissime IPAB della Sicilia. Attualmente la Mangione, storica opera di assistenza alcamese, ha una ricettività di 49 anziani nella sede di via Florio e di 10 unità nella struttura di Via Ligurgo per disabili psichici. Il numero degli anziani ospitati è di 28, di cui 20 provenienti da Enti Locali Convenzionati e 8 da convenzioni private. Le rette e gli incassi dagli affitti degli immobili di proprietà non possono comunque riuscire a coprire l’enorme disavanzo accumulato nel corso degli anni. Il nuovo commissario Rosario Candela intende muoversi su alcune direttrici: il ruolo dell’IPAB Mangione nella comunità di Alcamo, assistenza-accoglienza degli anziani, salvaguardia del posto di lavoro degli operatori, conservazione del patrimonio immobiliare ad uso di pubblici. Fra i debiti accumulati oltre 70.000 euro sono con il comune di Alcamo e riguardano IMU e Tari.  Per questo il commissario ha inviato un’accorata lettera al sindaco Domenico Surdi in cui, dopo avere ribadito che gran parte del debito sia stato accumulato da interessi per il mancato pagamento di oneri, tributi e stipendi, ha chiesto al comune di Alcamo, anche per assicurare la continuità aziendale della Storica Istituzione Alcamese, di rimettere i crediti vantati o, in subordine, di ridurre sanzioni ed interessi. Un appello è stato lanciato anche alla Banca Don Rizzo chiedendo la concessione di un canale di credito straordinario su un conto vincolato al pagamento delle rate di rottamazione dei tributi pregressi fino ad un massimo di circa 80.000,00 euro pari a quattro rate di rottamazione. Il mutuo, o anticipazione che dir si voglia, verrebbe ripianato, secondo il commissario Candela dell’IPAB Mangione, con il contributo regionale che ordinariamente viene messo in pagamento entro la fine di ogni esercizio finanziario. Insomma le entrate, grazie agli affitti, adesso ci sono (l’ultimo quello dell’ex centro diurno di corso dei Mille ora utilizzato dall’ASP) ma mai potranno servire a coprire un buco che sfiora i due milioni di euro.