Malasanità, a giudizio 8 medici per morte di un uomo. Aveva un ascesso dentario

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Per “cooperazione” in omicidio colposo sono stati rinviati a giudizio otto medici che all’epoca dei fatti (marzo 2017) erano in servizio al ‘Sant’Antonio Abate’ di Trapani e al ‘Paolo Borsellino’ di Marsala. Secondo l’accusa non avrebbero diagnosticato tempestivamente e curato un ascesso dentario, sfociato poi in un’infezione mortale. Massimiliano Pace, marsalese di 48 anni, morì il 10 aprile del 2017. Il decesso avvenne all’ospedale Civico di Palermo, dove l’uomo arrivò in condizioni ormai disperate.

A essere processati, davanti il giudice monocratico del Tribunale di Palermo (la prima udienza è stata fissata per il prossimo 7 aprile), saranno i medici e primari: Salvatore Pedone, Stefania Maltese, Vincenzo Maniscalco, Rosanna Di Legami, tutti dell’ospedale «Paolo Borsellino» di Marsala (i primi tre al Pronto soccorso, la quarta è otorinolaringoiatra).

A giudizio anche Eugenio Maurizio Serraino, Carlo Gianformaggio, Alessio Di Felice e Manuela Calò dell’unità di otorinolaringoiatria del nosocomio di Trapani. Un altro medico dell’ospedale trapanese, Vincenzo Patera, di 67 anni, è stato prosciolto su richiesta dello stesso pubblico ministero in quanto non in servizio nel periodo di degenza di Pace.

Parti offese nel procedimento penale sono il fratello minore della vittima, Gianluca, che sporse denuncia-querela lo stesso giorno della morte del familiare, la madre Caterina Rita Pellegrino e la moglie Maddalena Marino. Secondo l’accusa, gli otto medici, quando Massimiliano Pace si recò più volte in ospedale (il 24, il 26 e il 28 marzo 2017 a Marsala

e poi nella tarda serata del 28 marzo a Trapani), avrebbero causato la morte del paziente «per colpa consistita in negligenza, imprudenza, imperizia». Sia a Marsala, che a Trapani, sarebbero stati “sottostimati» i dati clinici del paziente, le cui condizioni andavano sempre più peggiorando.