Mafia, sequestro per un milione di euro a Giovanni Brusca

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I carabinieri del Nucleo investigativo del Gruppo di Monreale hanno sequestrato, in esecuzione di un provvedimento emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo, alcuni immobili, per un valore complessivo di circa un milione di euro, intestati o riconducibili al collaboratore di giustizia Giovanni Brusca, condannato per essere stato l’organizzatore e l’esecutore materiale della strage di Capaci. Brusca – già capo del mandamento mafioso di San Giuseppe Jato e catturato in stato di latitanza il 20 maggio 1996 – prima della concessione dello status di collaboratore di giustizia, all’atto della sottoscrizione di intenti, aveva omesso di dichiarare come a lui riconducibili, direttamente o per interposta persona: un immobile e un magazzino situati a San Giuseppe Jato; dei locali a Piana degli Albanesi, intestati alla moglie, Rosaria Cristiano, all’interno dei quali si svolgono attività commerciali dal marchio Sisa e Upim, i cui titolari sono i cognati dello stesso Brusca; e, infine, un appartamento a Palermo, attualmente concesso in locazione ad una chiesa evangelica apostolica.vlcsnap-2015-08-08-12h56m56s92

Il provvedimento scaturisce da una complessa e articolata attività di indagine avviata nel 2009 e conclusa nel 2011, diretta dalla Procura della Repubblica di Palermo – in particolare dal procuratore aggiunto Dino Petralia e dai sostituti Sergio Demontis e Claudia Ferrari – che ha consentito di bloccare il piano ideato da Brusca per il recupero di alcuni immobili intestati a prestanome e di ingenti somme di denaro, sequestrate e poi restituite, la cui gestione era stata affidata a persone compiacenti, al fine di monetizzare un consistente capitale da reinvestire successivamente, nella prospettiva della sua eventuale liberazione a fine pena.