Mafia – Sequestro da 6 mln di euro tra Castelvetrano, Partanna e Pantelleria

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Questa mattina i carabinieri del R.O.S. e del Comando provinciale di Trapani hanno dato esecuzione al provvedimento di sequestro emesso dal Tribunale di Trapani a carico di Girolamo Calogero Murania, imprenditore castelvetranese condannato per estorsione nell’ambito dell’indagine “Mandamento” che, nel dicembre 2012, portò all’arresto di esponenti di primo piano della cosca di Castelvetrano, inseriti a vario titolo nella struttura di supporto economico a Matteo Messina Denaro. Il sequestro eseguito oggi, richiesto dalla Procura Distrettuale Antimafia di Palermo, ha interessato i comuni di Castelvetrano, Partanna e Pantelleria, colpendo l’ingente patrimonio dell’uomo, per un valore complessivo di circa sei milioni di euro. Più nel dettaglio si tratta di: quattro imprese; ventinove beni immobili tra appartamenti, uffici, magazzini e terreni; una dozzina di rapporti bancari e finanziari e un autoveicolo. L’operazione segue l’evoluzione delle indagini sulla ricerca del superboss latitante che, nell’ambito di “Mandamento”, condussero, l’anno scorso, al sequestro di grossi patrimoni accumulati attraverso attività illecite. L’indagine aveva documentato le infiltrazioni di Cosa Nostra nella gestione delle attività economiche nella provincia di Trapani e come la struttura criminale diretta da Messina Denaro esercitasse un rigido controllo territoriale finalizzato, tra l’altro, all’acquisizione sistematica dei lavori per la realizzazione degli impianti di produzione delle energie rinnovabili, mediante Santo Sacco, già consigliere provinciale e presidente della commissione lavori pubblici, nonché grazie ad una fitta rete di società controllate, in modo diretto o indiretto, dall’imprenditore salemitano Salvatore Angelo, già destinatario di un analogo provvedimento. In tale contesto, Girolamo Calogero Murania, è stato indagato e in seguito condannato per estorsione aggravata, realizzata in concorso con Santo Sacco ed attraverso metodi di intimidazione tipicamente mafiosi, quali l’utilizzo di bottiglie incendiarie e la consegna di una testa di vitello all’indirizzo della vittima. Tutto questo con l’obiettivo di acquisire i lavori di realizzazione di un impianto energetico nel catanese, per cui doveva essere favorita una delle aziende di Murania. L’indagine patrimoniale ha permesso di ricondurre a quest’ultimo la disponibilità di aziende attive nel settore agricolo, del turismo e delle energie rinnovabili, tra cui la “agro verde s.r.l.”, la “geo expert s.r.l.”, nonché l’associazione “agro verde cult”, proprietaria, tra l’altro, dell’immobile in cui è ospitato il “museo dell’olio e delle olive” di Castelvetrano. Da approfondite analisi bancarie e reddituali sono emersi elementi di riscontro circa l’origine sospetta dei capitali impiegati dall’imprenditore per la creazione di tali realtà economiche, oltre che per la conduzione dei successivi investimenti. Il forte contrasto tra le ricchezze accumulate e quanto dichiarato al fisco, inoltre ha fatto nettamente emergere l’ingiustificato possesso di ulteriori beni mobili ed immobili, evidentemente acquisiti grazie ad attività illegali.