E’ un problema che la politica non riesce a risolvere e che si protrae ormai da anni: parliamo delle liste di attesa per una visita medica in una struttura pubblica. Intasato anche il privato ma qui le attese sono ridotte anche a 30 giorni. Intanto all’ assessorato alla Sanità è scattato di nuovo l’allarme sulle liste d’attesa. L’ultimo monitoraggio sui ricoveri e sugli esami diagnostici prenotati e mai eseguiti indica che «dopo una fase di netto miglioramento ci si è riavvicinati ai livelli di un paio di anni fa». Restano «pendenti» circa 200 mila prestazioni. E per questo motivo l’assessore Daniela Faraoni ha convocato i manager di Asp e ospedali. Il monitoraggio, sollecitato dal presidente Schifani, indica un lieve miglioramento rispetto ai dati due anni fa, quando i ricoveri da eseguire erano 90 mila circa e gli esami diagnostici e le visite 140 mila. All’epoca scattò un piano di emergenza che, grazie all’investimento di 48 milioni nel 2023 e 41 nel 2024 portò a una fortissima riduzione dei tempi di attesa. Ma ora, esauriti i budget che lo Stato aveva messo a disposizione l’emergenza è tornata puntuale. E il problema – spiegano in assessorato – è che quest’anno non c’è alcun tesoretto da poter impiegare per dirottare sui privati i pazienti che il sistema pubblico non riesce a gestire.
Palazzo d’Orleans ieri ha ricordato che nei contratti firmati dai manager il fallimento dell’obiettivo di ridurre le liste d’attesa è causa di decadenza o mancato rinnovo dell’incarico. Schifani ha chiesto alla Faraoni verifiche in questo senso. La tensione è tornata altissima su questo fronte. Intanto giungono alla redazione segnalazioni di cittadini. L’ultima riguarda l’ospedale di Partinico dove da giorni mancherebbero i pacemaker e ammalati che dovevano sostituirli da giorni sono in trepida attesa e sperano nell’immediata chiamata.