Lavoro nero, blitz in due imprese partinicesi. In un’azienda ben 11 irregolari su 12

0
43

Dodici lavoratori in nero si cui tre facenti parti di nuclei familiari percettori del reddito di cittadinanza. E’ questo il risultato di un blitz della Guardia di Finanza di Partinico in due aziende del territorio, una produttrice di poltrone e divani e l’altra attiva nella fabbricazione di insegne elettriche. Le aziende operano in due edifici, uno vicino all’altro.

Le Fiamme Gialle, al fine di verificare l’attuazione della normativa sul lavoro nonché il rispetto dei protocolli anti Covid-19 hanno ispezionato l’azienda attiva nella fabbricazione di divani e poltrone identificando 21 persone, tutte intente a svolgere attività lavorativa. Dalle dichiarazioni rese dai lavoratori e dai primi accertamenti svolti è risultato che 11 di loro si trovassero in una posizione irregolare. Una percentuale superiore alla soglia del 20% della manodopera totale impiegata. Per questo i finanzieri di Partinico hanno proposto la sospensione dell’attività all’Ispettorato del Lavoro competente di adottare il provvedimento di sospensione dell’attività.

Proposta di sospensione anche per l’azienda attiva di fabbricazione di insegne elettriche. Qui le Fiamme Giale hanno individuato un lavoratore “in nero” su 3 complessivamente all’opera. I successivi sviluppi investigativi hanno poi permesso di rilevare che tra i 12 operai “in nero”, 3 risultavano inseriti in un nucleo familiare percettore del reddito di cittadinanza. Per tale motivo, i Finanzieri hanno proceduto a sequestrare le tre carte prepagate sulla quale venivano corrisposte le somme indebitamente percepite e destinate all’intero nucleo familiare. Contestualmente, è stata data comunicazione all’INPS per la revoca del beneficio e per il recupero di 10.000 euro, l’ammontare delle somme indebitamente percepite.

Per i titolari delle due aziende partinicesi, invece, gli uomini della Tenenza della Guardia di Finanza procederanno all’applicazione delle maxi sanzioni, fino a un massimo di 43.000 euro, previste per l’impiego dei lavoratori “in nero”.