Lavori porto Castellammare, cantiere ‘maledetto’. Guai per altra ditta, indagato militare

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Un appalto maledetto per le imprese che lo hanno ottenuto. È quello dei lavori di ampliamento e messa in sicurezza del porto di Castellammare del Golfo. Dopo il sequestro e i sigilli al cantiere da 40 milioni di euro, nel maggio del 2010, appaltato a un’associazione di imprese costituita dal ‘Consorzio Veneto Cooperativo’, Cogem di Alcamo e ‘Co.Me.Si.’, è arrivata adesso un’altra pesante tegola per la ECC spa, azienda siracusana di Priolo che ha effettuati i lavori del secondo lotto al porto castellammarese per un ammontare di 11 milioni di euro. Nel 2010 fu la Guardia di Finanza ad intervenire mentre stavolta è toccato ai carabinieri che avrebbero rilevato elementi significativi in ordine a una frode in pubbliche forniture di ingente valore economico.

Stavolta, però non si tratta di cemento depotenziato bensì di rocce. In pratica, secondo gli inquirenti, i referenti della ECC, resisi conto della scarsa durezza del materiale presente nel fondale marino e per conseguire maggiori guadagni con addebiti all’ente pubblico appaltante di spese non sostenute, avrebbero sostituito le rocce estratte con pietre di maggior consistenza provenienti da cave limitrofe. In questa maniera gli importi da incassare sarebbero stati maggiori perché direttamente proporzionali alla durezza delle pietre del fondale oggetto delle operazioni di scavo. Il Gip del tribunale di Trapani, su richiesta della locale procura, ha disposto il sequestro di circa 2 milioni di euro all’impresa priolese. Le indagini dei carabinieri sono scattate in parallelo a quelle dell’operazione ‘Cutrara’ che nel giugno del 2020 fece luce sull’articolazione della famiglia di “cosa nostra” operante a Castellammare del Golfo. Gli investigatori hanno comunque appurato che su quell’appalto e sull’impresa edile ECC non era emersa alcuna forma di condizionamento mafioso.

Indagati a vario titolo  invece per corruzione, istigazione alla corruzione, frode nelle pubbliche forniture Carmelo Misseri, socio di maggioranza della SICS azienda in ATI con l’ECC; il presidente del consiglio di amministrazione dell’impresa, Giuseppe Pirri; il tecnico incaricato delle analisi alle opere in calcestruzzo, Renato Contino; Paolo Carpinteri e Marcello Giummo, dipendenti della ECC e l’ex comandante, adesso in pensione, della capitaneria di porto di Castellammare del Golfo, il palermitano Maurizio Scozzari. Quest’ultimo, assieme a Carpinteri e Giummo, sono accusati di corruzione e istigazione alla corruzione: L’ex luogotenente della Giardia Costiera, ottenuta l’assunzione del figlio nel cantiere portuale, avrebbe poi omesso tutta una serie di controlli. Carpinteri, Scozzari, Misseri, Pirri e Contino sono indagati per le frodi in pubbliche forniture a proposito delle analisi non veritiere sulla qualità delle rocce poste sul fondale oggetto dei lavori.