Lancette indietro di un’ora, così fino al 31 marzo. Favorevoli e contrari

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Nella notte fra oggi e domani, esattamente alle 3, le lancette degli orologi dovranno essere spostate indietro per il ritorno all’ora solare. Orologi, quindi, indietro di un’ora. Fra i vantaggi il fatto che per la prima notte dormiremo un’ora in più. L’ora solare rimarrà poi in vigore fino al 31 marzo del 2024 e, come di consueto, tutte le nostre strumentazioni elettroniche si adatteranno in maniera del tutto automatica, senza che ci sia da parte nostra la necessità di intervenire manualmente. Diverso, evidentemente, è il discorso per gli orologi.

La  storia del cambio dell’ora e dell’introduzione di quella legale rissale a fine ‘700 per volere di Benjamin Franklin, uno dei padri fondatori degli Stati Uniti, che in un saggio pubblicato sul Journal de Paris nel 1784, sviluppò per primo l’originale idea. L’intuizione di Franklin però finì nel dimenticatoio. Si arrivò infatti ai primi del Novecento per tornare a parlare della possibilità di far alzare prima le persone dai loro letti per approfittare quanto più possibile della luce del sole. Nel 1907, dunque, l’inglese William Willett propose di mettere in atto questo cambiamento alla Camera dei Comuni britannica, che venne finalmente accolto nel Regno Unito ma anche in altre zone dell’Europa (Italia compresa) a partire dal 1916, un periodo di guerra in cui era fondamentale riuscire a risparmiare quanta più energia possibile.

Nel nostro Paese, ad ogni modo, l’ora legale venne prima accolta e poi soppressa, diverse volte. Per vedere il ritorno dell’ora legale “in pianta stabile” in Italia avremmo dovuto poi attendere il 1966, mentre a partire dal 1996 questa opzione è stata adottata con un calendario comune in tutta Europa. Ad oggi l’ora legale la diamo per scontata, ma è pur vero che negli ultimi anni c’è stato chi ha proposto di abolirla per sempre: il dibattito è ancora aperto o e una soluzione definitiva non è  stata trovata. L’unica entità ad avere competenza rispetto a questa decisione è comunque l’Unione Europea. Ma perché c’è chi è contrario? Secondo i commentatori più critici, svegliarsi prima per riuscire a risparmiare energia non sarebbe ad oggi così tanto conveniente.