La Sicilia cresce grazie al turismo ed edilizia

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La Sicilia è cresciuta nel 2022 complessivamente del 3,7% recuperando il terreno perso con la pandemia, ma questa crescita ha avuto delle caratteristiche particolari: è stata abbastanza robusta nel primo semestre, indebolita nella seconda metà dell’anno. Le recenti previsioni della Banca d’Italia prefigurano una crescita nel 2023 dell’1,3% dell’economia nazionale (mancano proiezioni, però, per la Sicilia). Lo dice il rapporto annuale della Banca d’Italia, presentato nella sede dell’Istituto in via Cavour a Palermo. Ma la crescita del 2022 ha avuto due velocità. I fattori che hanno frenato sono stati il protrarsi delle tensioni internazionali, quindi il forte aumento dell’inflazione (salita dal 4% di inizio anno al picco del 14% di ottobre). Quindi c’è anche il peggioramento delle condizioni di finanziamento che ha influito sull’andamento del secondo semestre.

“Una economia che nel complesso è cresciuta e ha continuato la ripresa nel 2021 con una previsione di rallentamento”, notano gli analisti. L’andamento dell’attività è stato eterogeneo tra i settori produttivi; alla stagnazione dell’industria si è contrapposta la crescita dell’edilizia e quella del terziario. L’attività di investimento si è mantenuta debole. Nelle costruzioni l’espansione è stata trainata soprattutto dal comparto dell’edilizia residenziale che ha ancora beneficiato dello stimolo fiscale per la riqualificazione e il miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici; in prospettiva il notevole incremento dei bandi per lavori pubblici, connesso anche con l’esecuzione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), dovrebbe favorire l’attività del settore. La dinamica positiva dei servizi si è rafforzata, sostenuta da flussi turistici in accelerazione.

L’aumento dei prezzi ha avuto ripercussioni più consistenti sulle famiglie meno abbienti. Nel 2022 è proseguita la ripresa dell’occupazione in Sicilia dopo la contrazione dovuta agli effetti della pandemia. Il numero degli occupati sull’Isola è aumentato del 2% rispetto al 2021 (2,5% nel Mezzogiorno e 2,4% Italia). Il tasso di occupazione è del 42,6%. La crescita degli occupati è legata soprattutto dal commercio e dai servizi a fronte di una riduzione in agricoltura e una tenuta nell’industria. Il numero degli occupati rispetto al periodo pre-pandemico rimane più contenuto in tutti i settori tranne nelle costruzioni, la cui quota di addetti sul totale è passata dal 5% al 7,5%. Ma la Sicilia rimane tra le prime regioni per disoccupati