La prima non fu Franca Viola. ‘Donna-coraggio’ fece arrestare rapitore quasi tre anni prima, nel gennaio del1963

0
113

Franca Viola non è stata la prima donna né in tutta Italia, né in tutta la Sicilia e né tantomeno ad Alcamo ad avere il coraggio di dire no, di denunciare, di fare arrestare e condannare i suoi rapitori. Non è una leggenda e nemmeno soltanto la memoria sbiadita e traballante degli alcamesi più anziani. Chi l’ha preceduta, e siamo addirittura a quasi tre anni prima, al gennaio del 1963, ha subito lo stesso trattamento, le stesse violenze, forse anche di più, ha avuto lo stesso coraggio. Franca Viola è stata ed è una grande donna. Il suo ‘no’ all’uomo che l’aveva rapita e quindi al matrimonio riparatore, quella sorta di stupro legalizzato dall’articolo 587 del codice penale, rappresentò certamente la svolta nello scuotere le coscienze. Fu lei, divenuta con gli anni una delle donne più famose al mondo, a portare in un’aula di tribunale il suo rapitore, Filippo Melodia. I fatti accaddero nel dicembre del 1965. Grandissima donna e grandissimo avvocato, colui che la difese nella vicenda, Ludovico Corrao.

La storia però va riscritta perché c’è chi la precedette. E potrebbe non essere l’unico caso. Come Franca Viola subì le offese della gente che le davano della svergognata, della ‘poco di buono’ e dell’infame. A differenza della più famosa concittadina, non è riuscita a farsi una famiglia e non ha mai trovato il coraggio di raccontare. Neanche dopo 59 anni. I documenti, però, dopo lunghe e attente ricerche, siamo riusciti a trovarli. Sia chiaro, non per fare lo scoop ma soltanto per rendere giustizia ed onore ad una donna, coraggiosissima, rimasta nell’anonimato e nella polvere, senza alcun aiuto dallo Stato. Niente benefici, niente assunzioni, niente ribalta e nessun riconoscimento come vittima della criminalità.

G.B ha adesso 82 anni. Quando ne aveva 23 venne rapita da un coetaneo, L.P, alcamese coinvolto dopo alcuni decenni anche in inchieste di mafia, adesso deceduto, e da altri suoi complici. Venne rapita, violentata e minacciata. Non accettò però mai di sposare quell’uomo ed anzi trovò il coraggio di denunciarlo, il rapporto giudiziario porta la data del 20 gennaio del 1963, per ratto (vale a dire rapimento) al fine di matrimonio, violenza carnale e lesioni personali. Con il protagonista della vicenda vennero denunciate in concorso altre cinque persone. L.P. venne poi condannato per questi reati a 5 anni e due mesi di reclusione. Il rapitore-violentatore aveva anche chiesto alla donna, oggi 82enne, il perdono per avere uno sconto di pena ma lei, con caparbietà e coraggio, non glielo concesse.

Una storia vera e cruda, che in tanti sussurravano ma mai avevano approfondito, che risale a quasi tre anni prima di quella di Franca Viola. Due vicende molto simili per due donne che hanno attraversato una dolorosa passione. Una è rimasta, emarginata, nell’anonimato senza più uscire da quel martirio. Ha subito il rapimento, la violenza carnale, le minacce. Ha avuto un grandissimo coraggio ma un’enorme ingiustizia. Un calvario infinito. Non ne è più uscita.  L’altra è stata capace di risorgere, di farsi una bella famiglia, di ottenere meritati riconoscimenti e onorificenze, di diventare famosissima nel mondo.