La chiusura del centro congressi Marconi, avvenuta esattamente un anno fa, spegne la prima candelina. Solitamente i compleanni si festeggiano, ma in questo caso c’è poco da stare allegri. Ma è mai possibile che il Comune di Alcamo in un anno non sia ancora riuscito a risolvere il problema? E aggiungiamo: ma è mai possibile che il Castello dei conti di Modica continua ad essere chiuso? Si ad Alcamo è tutto possibile. C’è delusione tra la gente. C’è la crescita di disagi per la indisponibilità del Marconi per concerti, mostre ed altri eventi che saltano. Trasferimenti alla Cittadella dei giovani che ha 90 posti conto i 200 del Marconi e quindi secondo le manifestazioni non può ospitare tante persone, mettendo in crisi gli organizzatori. Da un paio di mesi il Comune ha presentato ai vigili del fuoco la Scia per riprendere la piena funzionalità dell’immobile di Corso VI Aprile. Si tratta della segnalazione certificata di Inizio attività (SCIA) con la quale il Comune ha autocertificato il possesso dei requisiti necessari per lo svolgimento dell’attività al centro Marconi. Il problema riguarda l’istallazione delle apparecchiature che segnalano fumo in caso di principio di incendi. Sono previsti dalla legge. Quando nel 1998 venne aperto non occorrevano i rilevatori perché definito centro congressi. Da alcuni anni i rilevatori si sono resi necessari per legge poiché si svolgono concerti e altro. Ci si è accorti che mancano dopo ben 27 anni. In apparenza non sembra un problema insormontabile. Perché qualche amministratore non chiede un incontro col comandante provinciale dei vigili del fuoco per sollecitare la soluzione? Invece ci si è appoggiati ai tempi della burocrazia che corre come una lumaca. E così proseguono i disagi per associazioni e così via. In silenzio consiglieri comunali dell’opposizione, se al Comune esiste ancora, su un problema che va risolto al più presto.