Si appresta a celebrare i dieci anni della chiusura la chiesa del Collegio di Alcamo tra il disinteresse generale. La chiesa è di proprietà del Ministero delle finanze e probabilmente conta poco per la Diocesi di Trapani. La chiesa sorge nella centralissima piazza Ciullo dove passano quotidianamente e a tutte le ore sindaco, assessori e consiglieri comunali. Ma nessuna si intesta una battaglia per cercare di riaprire la chiesa. Più tempo passo maggiore e il deperimento e quindi per i lavori occorrono sempre più soldi. Chiusa al culto dal novembre 2016 per motivi di sicurezza dopo che erano state individuate infiltrazioni di acqua per l’otturazione di grondaie causata dal guano di colombi.
Oltre un anno fa un sopralluogo della sovrintendenza per verificare se l’umidità sia andata avanti. Dei risultati del sopralluogo non si è saputo più nulla. Più tempo passa più danni è destinata a subire la chiesa. Nel gennaio di due anni fa una iniziativa da parte di un gruppo di parrocchiani che frequentavano la chiesa del Collegio di Alcamo, con appelli alla Diocesi e al Comune andati a vuoto. La chiesa è stata la sede, per tanti anni, dei gesuiti che hanno formato giovani diventati professionisti di successo. Nel 2007 andarono via i gesuiti. La chiesa venne gestita per tre anni da padre Mattarella e per cinque da padre Vito Filippi. L celebrazioni eucaristiche nella vicina e piccola chiesa della Sacra Famiglia. Il destino del tempio, completato nel 1767, non interessa nessuno. I gesuiti arrivarono ad Alcamo nel 1650 e nel 1866 furono costretti ad andare via per la soppressione degli Ordini religiosi. Tornarono nel 1906 e vi rimasero sino al 2007, anno della fine della loro permanenza in città a causa della mancanza di vocazioni. Per il tempio che sorge nella centralissima piazza Ciullo difficile oggi stabilire quanti anni ancora passeranno prima di avviare la manutenzione e ridare la chiesa ai fedeli. Chiesa che ospita opere d’arte che si vanno lentamente degradando.