Ultimo atto a Roma, in Cassazione, per il processo scaturito dall’operazione della Polstrada, denominata “Easy Crash”, che nel 2009 sventò una serie di truffe messe a segno, ad Alcamo, ai danni delle assicurazioni. La Suprema Corte, nell’udienza di ieri, ha respinto tutti i ricorsi tranne quello dell’avvocato Vito Galbo che ha ottenuto la nullità della condanna per il suo assistito, Francesco Lo Monaco, uno degli imputati cosiddetti minori.
La pena più consistente rimane quindi quella di 4 anni e 9 mesi a carico di Leonardo Domingo, collaboratore dell’avvocato Fazio (deceduto e, secondo le indagini, perno della vicenda). Per l’uomo, a causa della pesantezza della condanna, dovrebbero schiudersi le porte del carcere.
Discorso diverso per l’ortopedico alcamese Angelo Rizzo e per il titolare del centro di riabilitazione “Fisiomedica” nonché ex consigliere comunale, Vito Savio D’Angelo, difeso dall’avvocato Saro Lauria. Per loro, condannati rispettivamente 2 anni 5 mesi 15 giorni e 2 anni un mese 15 giorni, sarà richiesta una misura sostitutiva alla pena detentiva e, probabilmente, l’affidamento in prova. Sarà il tribunale della Libertà a decidere.
Non cambia nulla anche per il fratello di Vito Savio, Domenico (poco più di un anno di pena) cointestatario, sempre ad Alcamo, del centro di fisioterapia e per il neurologo Giacinto Raspanti che era stato l’unico, fra gli imputati di rilievo, a essere stato assolto dall’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla truffa. A carico del professionista rimane la falsità ideologica in atti pubblici ma con sospensione della pena già disposta in appello.
Nel giudizio di secondo grado, fra riduzioni di pene e dichiarazioni di prescrizione, era arrivata anche un’assoluzione, quella per l’alcamese Antonino Galbo, perché il fatto non sussiste. In primo grado era stato invece condannato a un anno e 4 mesi.